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La Cina fortifica i legami con l’Arabia Saudita

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La Cina desidera acquistare più petrolio dall’Arabia Saudita, ha dichiarato il presidente Xi Jinping, un passo che secondo alcuni economisti dovrebbe intaccare il dominio internazionale del dollaro USA.

Xi ha dichiarato che la Cina “espanderà la portata del commercio di greggio” con gli stati mediorientali durante la visita nazionale avvenuta giovedì, secondo una dichiarazione del ministero degli Esteri. Nel corso dell’incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman, Xi ha inoltre concordato di intensificare il coordinamento con l’Arabia Saudita sulla copertura energetica.

L’incontro, che ha segnato un legame sempre più stretto delle relazioni tra Pechino e Riyad, arriva dopo che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno aggiunto un divieto e un tetto massimo alle esportazioni di petrolio russo. Queste sono solo le ultime di una serie di sanzioni contro l’Ucraina che hanno spaventato le autorità cinesi e saudite, secondo gli esperti.

Nel corso dell’assemblea non è stata menzionata l’ipotesi che l’Arabia Saudita possa iniziare ad accettare pagamenti in yuan cinesi per le sue esportazioni di greggio, cosa di cui le due nazioni hanno discusso animatamente fino ad ora quest’anno, in un possibile allontanamento dal dollaro. Ciò comporterebbe la possibilità di una “de-dollarizzazione”, ovvero l’alternativa al biglietto verde come valuta di riserva internazionale.

Gal Luft, direttore dell’Institute for the Analysis of Global Security, ha dichiarato:

“Questo tendenza sta già iniziando”

“Non c’è motivo per cui due paesi che hanno già una notevole esposizione sul biglietto verde americano debbano mantenere il loro cambio in una valuta terza”.

La Cina sta già pagando la Russia con lo yuan, che ora rappresenta quasi la metà del mercato valutario di Mosca.

Il biglietto verde si è impennato nel 2022, favorito dai rialzi della Federal Reserve, che hanno attirato gli acquirenti d’oltreoceano alla ricerca di maggiori rendimenti. L’indice del dollaro USA, che misura il costo del biglietto verde nei confronti di un paniere di sei diverse valute, è balzato del 9,16% da un anno all’altro.

“I sauditi hanno molto da acquistare dalla Cina e la Cina ha molto da acquistare dall’Arabia Saudita”, ha detto Luft, aggiungendo che:

“Perché devono operare in una moneta estera di terzi e sostenere tutti questi costi di cambio?”.

I contratti petroliferi si basano principalmente su benchmark di greggio come i futures del Brent e del West Texas Intermediate, che sono prezzati in dollari. Questo permette alle nazioni di acquistare dollari per comprare petrolio, favorendo il valore del biglietto verde.

Le sanzioni occidentali contro la Russia hanno portato a un raffreddamento delle relazioni tra gli Stati Uniti, la Cina e l’Arabia Saudita. Ha aggiunto Luft:

“Non bisogna dimenticare che sia la Cina che l’Arabia Saudita sono state colpite da ciò che hanno visto fare dagli americani e dagli europei ai russi, come il congelamento delle proprietà dell’istituto finanziario centrale e così via”

“È una cosa che li ha certamente scossi, perché oggi è la Russia, domani potrebbero essere loro”