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La Cina dice basta al problema “bolla”: tasserà gli immobili. Tutti

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Notizie in chiaro scuro della Cina. Da un lato, gli ultimi dati hanno confermato la natura di motore dell’economia globale del paese: l’indice Pmi elaborato dal governo ha messo infatti in luce la forte accelerazione del settore manifatturiero, con l’indicatore balzato a 53,8 punti dai 51,7 precedenti, ben al di sopra delle stime degli economisti, che indicavano una lettura di 52 punti.

Dall’altro lato, il ministro delle finanze cinese ha però ammesso che il paese si prepara a tassare il settore immobiliare, per frenare la bolla in atto: le sue dichiarazioni hanno avallato così le indiscrezioni su cui la stampa internazionale si era soffermata nell’ultimo periodo.

Pechino dunque ha deciso finalmente di agire, sia per arginare il problema bolla, frenando la rapida crescita dei prezzi nel settore residenziale, che hanno portato all’acquisto di abitazioni di carattere speculativo, che per garantire un trend stabile di crescita del mercato immobiliare.

Attualmente, la Cina tassa le proprietà commerciali, ma sinora non aveva mai toccato il settore residenziale.

In un primo momento, verranno tassate le proprietà in alcune aree metropolitane campione, anche se non si conosce ancora la lista delle città pioniere; l’imposta verrà poi estesa a tutto il Paese.

Secondo il China Daily, dovrebbe essere prevista una riduzione fiscale di circa la metà per la prima casa, oltre ad una riduzione dell’imposta dell’1% sugli appartamenti di piccolo taglio. Nessun beneficio fiscale andrà a coloro che rivenderanno le proprietà acquisite entro un anno dall’acquisto.

Cina a due facce, dunque: da un lato il paese si rivela agli occhi di tutto il mondo un’economia a forte crescita, che è riuscita a spodestare anche il Giappone dal secondo posto della classifica mondiale del Pil.

E il motore dell’economia sembra non voler fare alcuna pausa, se si considera che lo stesso indice di cui sopra è rimasto sopra la soglia psicologica dei 50 punti per 19 mesi consecutivi, dopo aver rallentato il passo alla fine del 2008 e agli inizi del 2009. E la performance di settembre è anche la migliore, secondo quanto fa notare Associated Press, dai 53,9 testati nel mese di maggio.

Dall’altro lato, però, Pechino rischia di rimanere vittima della sua stessa forza, o meglio del surriscaldamento della sua economia. Di qui, la decisione relativa alla tassa.

Intanto, alcuni analisti hanno tagliato le stime sulla crescita del paese nel 2010, pur ammettendo che il paese dovrebbe essere capace di soddisfare con facilità le previsioni del governo di un rialzo del pil dell’8%.

la Cina sembra fare meglio in ogni caso della sua rivale India, su cui il mondo ha alte aspettative: