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La Bce striglia l’Italia: recupero lento

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(WSI) – Le manovre finanziarie 2011 di molti Paesi dell’area euro «devono riflettere l’impegno a conseguire un risanamento fiscale ambizioso». A chiederlo è la Banca centrale europea, che nel suo Bollettino mensile ricorda l’impegno ad adottare «piani di risanamento pluriennali credibili» con una azione correttiva «immediata, ambiziosa e convincente».

Per l’istituto centrale europeo, poi, le prospettive delle sedici economie dell’euro corrono dei rischi, e «permangono timori riguardo al riemergere di tensioni nei mercati finanziari». Nel documento di un centinaio di pagine, l’Eurotower non accenna al graduale ritiro delle misure d’emergenza adottate durante la crisi, limitandosi a dire che le «misure non convenzionali» sono «di natura temporanea» e che il board «continuerà a seguire tutti gli andamenti nel prossimo periodo con molta attenzione».

LA CRESCITA ECONOMICA – Per quanto riguarda la crescita economica, rileva la Bce, gli ultimi indicatori segnalano «una moderazione nella seconda metà dell’anno sia nell’area euro sia su scala mondiale», anche se«permane la dinamica di fondo positiva della ripresa dell’area euro».

L’istituto parla poi di «urgente attuazione di riforme strutturali di ampia portata» considerata «essenziale per migliorare le prospettive di una crescita sostenibile». «Profonde riforme – viene precisato – risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività o che al momento soffrono di disavanzi nei conti pubblici e disavanzi esterni elevati. Eliminare le rigidità del mercato del lavoro e potenziare la crescita della produttività favorirebbero ulteriormente il processo di aggiustamento di tali economie».

L’ITALIA ARRANCA – Nel bollettino si parla anche in modo specifico della realtà italiana. Il nostro Paese, assieme alla Spagna, nel giudizio della Bce arranca sul recupero di utilizzo delle capacità produttive nell’industria rispetto alle cadute causate dalla crisi globale: i due Stati risultano indietro rispetto al sentiero finora compiuto in media nell’area euro, avverte la Bce in un riquadro di analisi a margine del bollettino.

«Fra i paesi dell’area per i quali si dispone di dati, il Belgio, la Germania, Malta e l’Austria presentavano tutti tassi di impiego della capacità superiori o abbastanza vicini alle rispettive medie storiche, dopo aver recuperato circa i due terzi del calo registrato dal massimo al minimo del grado di utilizzo. Spagna e Italia – dice la Bce – al contrario hanno recuperato finora soltanto un terzo circa della flessione massimo-minimo».

Guardando alla media dell’area valutaria «il tasso di utilizzo della capacità nel settore manifatturiero era pari al 77 per cento nel luglio 2010, un livello di 8 punti percentuali superiore al minimo toccato un anno prima, avendo recuperato circa la metà della flessione fra massimo e minimo. Malgrado questa marcata ripresa – osserva l’Eurotower – il grado di utilizzo della capacità resta al disotto della sua media di lungo periodo dell`81 per cento».

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