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La Bce alza i tassi di 50 punti base. Ulteriori rialzi nel 2023

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Come da attese, la Bce ha alzato i tassi di interesse di 50 punti base e ci saranno ulteriori rialzi. Nella nota, il Consiglio direttivo della banca centrale europea ha reso noto di aver deciso oggi di rialzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Inoltre, sulla base della sostanziale revisione al rialzo delle prospettive di inflazione, prevede di innalzare i tassi ulteriormente.

In particolare, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse dovranno ancora aumentare in misura significativa e a un ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2%. Mantenere i tassi di interesse a livelli restrittivi ridurrà nel tempo l’inflazione smorzando la domanda e proteggerà anche dal rischio di un persistente spostamento verso l’alto delle aspettative di inflazione. Le future decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse continueranno a dipendere dai dati e seguiranno un approccio basato sulle singole riunioni.

L’istituto guidato da Christine Lagarde ricorda che  i “tassi di interesse di riferimento della Bce sono lo strumento principale del Consiglio direttivo per definire l’orientamento di politica monetaria”. Inoltre la nota della Bce recita:

“Il Consiglio direttivo ha deciso di alzare i tassi di interesse oggi e prevede di aumentarli ulteriormente in modo significativo, perché l’inflazione rimane troppo alta e si prevede che rimarrà al di sopra dell’obiettivo per troppo tempo. Secondo la stima flash di Eurostat, l’inflazione è stata del 10% a novembre, leggermente inferiore al 10,6% registrato a ottobre. Il calo è dovuto principalmente alla diminuzione dell’inflazione dei prezzi dell’energia. L’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari e le pressioni di fondo sui prezzi in tutta l’economia si sono rafforzate e persisteranno per qualche tempo. In un contesto di eccezionale incertezza, l’Eurosistema ha rivisto significativamente al rialzo le proprie proiezioni sull’inflazione. Ora si prevede che l’inflazione media raggiunga l’8,4% nel 2022 per poi scendere al 6,3% nel 2023, con un netto calo dell’inflazione nel corso dell’anno. L’inflazione dovrebbe poi raggiungere una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. L’inflazione al netto dell’energia e dei generi alimentari è prevista al 3,9% in media nel 2022 e al 4,2% nel 2023, prima di scendere al 2,8% nel 2024 e al 2,4% nel 2025″.

I tassi d’interesse della Bce

Il Consiglio direttivo ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Di conseguenza, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno portati rispettivamente al 2,50%, al 2,75% e al 2%, con effetto dal 21 dicembre 2022.

Inoltre il Consiglio direttivo ha reso noto che intende continuare a reinvestire integralmente i pagamenti del capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito dell’APP (Asset Purchase Programme) fino alla fine di febbraio 2023. Successivamente, il portafoglio dell’APP si ridurrà a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinvestirà tutti i pagamenti in conto capitale dei titoli in scadenza. Il calo sarà pari a 15 miliardi di euro al mese in media fino alla fine del secondo trimestre del 2023 e il ritmo successivo sarà determinato nel tempo.

Per quanto riguarda il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire i pagamenti di capitale dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma almeno fino alla fine del 2024.

L’annuncio della Bce arriva dopo quello della serata di ieri della Federal Reserve statunitense che ha aumentato il suo tasso principale dello 0,5%, così come la Banca d’Inghilterra e la Banca Nazionale Svizzera stamattina.

Un rallentamento del ritmo di inasprimento da parte delle principali banche centrali era “ampiamente previsto da settimane”, ha dichiarato Frederik Ducrozet, global strategist di Pictet Wealth Management, a “Squawk Box Europe” della CNBC prima dell’annuncio della BCce.

Tuttavia, ci sono diverse ragioni per cui la presidente Lagarde potrebbe assumere un tono più da falco nella sua conferenza stampa, ha proseguito Ducrozet. Tra questi, le recenti indicazioni che la zona euro potrebbe subire una recessione più lieve di quanto previsto in precedenza, con alcuni Paesi che hanno evitato una contrazione durante l’inverno; l’inflazione più alta e persistente rispetto agli Stati Uniti; e il fatto che la Bce deve ancora avviare altre forme di normalizzazione delle politiche, tra cui il suo bilancio, ha aggiunto Ducrozet.