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La banca di Berlusconi in ogni vetrina Aci

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(WSI) – La vendita di Banca Sara, la rete di 500 promotori finanziari con 2,4 miliardi di euro di raccolta e controllata dalla Sara Assicurazioni di proprietà dell’Aci (Automobile Club italiano), rischia di passare alla storia come uno dei più clamorosi casi di conflitto di interesse di cui beneficiano società partecipate dal presidente del Consiglio. La storia è la seguente.

La Banca Sara è stata creata nel 2002 dalla Banca di Roma e poi venduta nel 2004 alla Sara Assicurazioni nell’intento di creare sinergie con i propri agenti e con i circa 1500 sportelli dell’Aci. Ma questi obiettivi non sono mai stati raggiunti e Banca Sara continua a produrre perdite tanto che nel bilancio 2008 la controllante ha dovuto svalutare la partecipazione per 38 milioni. Nel 2009 la situazione migliora leggermente ma prima di Natale i vertici decidono di mettere in vendita Banca Sara affidando il mandato alla Sin&rgetica, la società di consulenza fondata da Bruno Ermolli, molto conosciuto sulla piazza milanese per essere uno dei consiglieri più ascoltati da Silvio Berlusconi.

La Sin&ergetica, il cui amministratore delegato è Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, individua nella Banca Network Investimenti (di proprietà della Sopaf di Giorgio Magnoni) il partner ideale per procedere a una fusione tra le reti delle due società che porterebbe alla creazione di un gruppo da 1100 promotori con più di 6 miliardi di euro di risparmio in gestione. Il piano industriale preparato per conto delle due società dalla stessa Sin&ergetica e da At Kearney prevede importanti sinergie di costo e il salvataggio di quasi tutti i 160 dipendenti.

Sembra un percorso in discesa ma il primo giugno arriva un primo colpo di scena. Una lettera dell’advisor Sin&ergetica avvisa di aver chiesto a diverse entità di formulare un’offerta di acquisto non vincolante per Banca Sara entro il 10 giugno specificando che Sara Assicurazioni “condurrà trattative anche con altri potenziali acquirenti”. Tra le offerte che arrivano sul tavolo di Ermolli jr. c’è anche quella di Mediolanum, il gruppo finanziario controllato da Ennio Doris in società con la Fininvest. Ed è proprio su questa offerta che Sara concentra la sua attenzione concedendo una trattativa in esclusiva che scade il prossimo 8 luglio. “Siamo interessati a Banca Sara – ha dichiarato Doris pochi giorni fa – ma prima vogliamo verificare se il nostro modello può essere esportato in altre società”.

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In realtà, secondo una ricostruzione attendibile, Mediolanum non avrebbe alcuna intenzione di integrare la sua rete con quella di Banca Sara poiché le differenze di organizzazione sono enormi. Però Doris sarebbe attratto da un altro tipo di affare che l’advisor Sin&ergetica gli avrebbe prospettato: ricevere una dote di circa 10 milioni per chiudere l’attività di Banca Sara togliendo così le castagne dal fuoco all’Aci che non vuole mettere la faccia in un’operazione di questo tipo.

Parallelamente potrebbe poi scattare un accordo tra l’Aci e Mediolanum riguardante i 1500 punti vendita che al momento detengono il monopolio del Pra (pubblico registro automobilistico), cioè di tutti i proprietari di auto italiani, una lista più che appetitosa per qualsiasi società di gestione del risparmio. A questo proposito il ministro del Turismo Maria Vittoria Brambilla si sarebbe impegnata a prorogare nel tempo il monopolio del Pra che da solo vale 227 milioni di euro di entrate per l’Aci.

E ha messo sotto tutela l’Aci di Milano nominando Massimiliano Ermolli (lo stesso che sta gestendo la vendita di Banca Sara) commissario il quale si candida anche a formare il nuovo vertice in una lista che comprende oltre a lui Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa, e Eros Maggioni, compagno del ministro Brambilla. Insomma un coacervo di interessi neanche tanto mascherati che si sta addensando intorno ai business dell’Aci e da cui alla fine potrebbero beneficiarne la Mediolanum di Doris e Berlusconi, figli e compagni di ministri, società di consulenza vicine al premier. E a rischiare il posto di lavoro, come al solito, dipendenti e promotori della sfortunata Banca Sara.
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