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L’Iran sfida il mondo, pronto il lancio di nuovi missili

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Teheran – L’Iran ha effettuato con successo il lancio di prova di un missile balistico a lungo raggio nel corso delle esercitazioni navali che sta compiendo nel Golfo Persico: lo ha dichiarato l’agenzia ufficiale iraniana Irna.

“Abbiamo collaudato un missile terra-mare chiamato Qader, che è riuscito con successo a distruggere bersagli predeterminati nel Golfo” Persico, ha scritto l’Irna citando il portavoce delle manovre navali iraniane, l’ammiraglio Mahmud Mussavi.

Poche ore prima Mussavi aveva annunciato il lancio di prova del Qader (Capace) e di un altro missile balistico a lungo raggio, il Nour. Il collaudo era già stato annunciato e poi smentito due giorni fa.

Ma non finisce qui. La Marina militare iraniana testerà infatti oggi due nuovi missili a media gittata (200 km) e un missile a breve gittata nell’ultimo giorno delle sue manovre navali nella regione dello stretto di Hormuz, dove transita il 35% del traffico petrolifero marittimo mondiale.

“Oggi proveremo per la prima volta un missile terra-mare Ghader, un missile a breve gittata Nasr e un missile terra-terra Nour”, ha dichiarato l’ammiraglio Mahmud Mussavi, portavoce delle manovre militari iraniane, ha riferito l’agenzia Isna.

“Ghader è un sistema di missile ultramoderno con un radar integrato, ultra-preciso, la cui gittata e il sistema intelligente anti-individuazione sono stati migliorati rispetto alle generazioni precedenti”, ha spiegato il portavoce.

Con una gittata di 200 chilometri, il Ghader è presentato come “un missile da crociera” di fabbricazione interamente iraniana. “Il sistema ultramoderno Nour è stato migliorato nel dispositivo anti-radar e in quello per l’individuazione dell’obiettivo da colpire”, ha sottolineato Mussavi.

CONTINUA SFIDA TEHERAN MALGRADO NUOVE SANZIONI USA – Sono ormai quotidiane le novità nel braccio di ferro tra l’Iran e l’Occidente capeggiato dagli Stati Uniti. Ma oggi (ieri, ndr), dopo l’annuncio delle nuove sanzioni economiche di Washington, Teheran ha messo sul piatto non solo parole ma anche fatti. Senza conseguenze immediate, è vero, ma certamente tali da creare ulteriori tensioni e preoccupazioni.

Due le ‘sfide’ di cui la Repubblica islamica d’Iran ha dato notizia: il lancio di un missile a media gittata vicino allo strategico stretto di Hormuz e l’utilizzo, per alimentare il reattore di ricerca nucleare di Teheran, di una barra di uranio per la prima volta arricchito proprio in Iran. Una dimostrazione di forza fatta nel momento in cui i Paesi occidentali accentuano la pressione sul Paese degli ayatollah, accusato – malgrado le continue smentite – di voler fabbricare la bomba atomica usando il pretesto di un programma nucleare con finalità civili.

Il missile terra-aria a media gittata è stato lanciato stamane – ha fatto sapere l’agenzia ufficiale Irna – durante le manovre navali in corso da nove giorni intorno allo stretto di Hormuz, canale che collega il Golfo Persico al Mare Arabico (vi transita quasi il 40% del traffico marittimo mondiale di petrolio) e che Teheran ha minacciato di bloccare in caso di nuove sanzioni.

Il missile “ideato e costruito” in Iran – ha spiegato il portavoce delle manovre navali Mahmoud Mousavi – “é dotato della più recente tecnologia volta a colpire obiettivi ‘invisibili’ e sistemi intelligenti che provano a interromperne la traiettoria”.

Le manovre navali si concluderanno domani, ha aggiunto Mousavi, con un’esercitazione destinata a testare la capacità iraniana di chiudere lo stretto: “Gran parte delle nostre unità navali si posizionerà in modo tale da rendere impossibile, se Teheran lo riterrà necessario, il transito a qualunque nave”.

Gli Usa hanno già definito “irrazionale” un’ipotesi di questo genere la cui attuazione, hanno minacciato, “non sarà tollerata”. La seconda sfida iraniana è stata resa nota nel pomeriggio (di ieri, ndr): l’Agenzia iraniana dell’energia atomica ha comunicato di aver “introdotto nel cuore del reattore di ricerca nucleare di Teheran per verificarne il buon funzionamento” una barra di combustibile nucleare per la prima volta prodotto in Iran. Il test “ha avuto successo”.

Proprio ieri sera il presidente americano Barack Obama aveva promulgato una legge che rafforza le sanzioni finanziarie contro l’Iran, soprattutto contro la Banca Centrale. L’effetto immediato è stato il crollo del valore del rial: il tasso ufficiale di cambio con il dollaro è passato da 11.000 a 16.000 rial.

Il presidente Mahmoud Ahmadinejad è stato costretto a una dichiarazione pubblica. La Banca centrale iraniana reagirà “con forza”, ha detto. Può fronteggiare, ha aggiunto il presidente “le pressioni dei nemici” e “deve, con forza e fiducia, essere talmente solida da vanificare tutti i complotti nemici”.

Sullo stesso tema la notte scorsa il generale Hossein Salami aveva già tuonato: “Se gli interessi vitali del nostro Paese saranno minacciati dal nemico, noi risponderemo su vari fronti”. Mentre il presidente della Camera di commercio iraniana Mohammad Nahavandian ha fatto notare che sanzioni “senza precedenti e ingiustificate” provocheranno “perdite reciproche”. Aumento del prezzo del petrolio, in primis.