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ITALIANI PIU’ POVERI

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(WSI) – La crisi dei mutui subprime morde i bilanci delle grandi banche (a volte corresponsabili della crisi medesima) ma riduce drasticamente anche le disponibilità finanziarie delle famiglie italiane. Che, insieme al calo dei consumi e alla frenata dell´economia, hanno sempre meno reddito disponibile e, ormai, adottano grande prudenza anche nel chiedere prestiti, preoccupate probabilmente di non essere in grado di restituirli: per la prima volta da tempo, infatti l´ammontare complessivo dei debiti si è ridotto di 2,7 miliardi nel primo trimestre 2008 rispetto al trimestre precedente. “Colpa” soprattutto della minore richiesta di mutui casa (sono i finanziamenti a medio-lungo termine a segnare la diminuzione di gran lunga più forte) ma anche del rallentamento dei consumi che si fa sentire: la domanda di prestiti a breve termine – tradizionalmente legata all´acquisto dell´auto – è infatti diminuita di 605 milioni di euro.

La fotografia – tra crisi finanziaria e frenata dell´economia – è quella scattata dalla Banca d´Italia nel Supplemento al Bollettino statistico sui Conti finanziari, pubblicato pochi giorni fa. Un dato su tutti sintetizza il peggioramento del quadro: in tre mesi, dalla fine del 2007 al 30 marzo scorso, le attività complessive delle famiglie si sono ridotte di quasi 150 miliardi di euro; gli italiani, insomma, in un trimestre si sono ritrovati in tasca 150 miliardi in meno tra depositi, conti correnti, azioni e titoli di Stato; insomma hanno visto bruciare il 4% della loro ricchezza finanziaria (che vale complessivamente 3.538 miliardi di euro); rispetto a dodici mesi fa il “dimagrimento” è pari al 4,9%.

Il falò delle disponibilità finanziarie è stato acceso innanzitutto dalla crisi di Borsa: il gruzzoletto in azioni è diminuito da un trimestre all´altro del 13% (con un calo del portafoglio pari a 128 miliardi) per colpa in larghissima misura del calo dei mercati e, per 15 miliardi, a causa di vendite nette di titoli. Ancor più pesante il bilancio da un anno all´altro: dal marzo 2007 al marzo scorso, infatti, il portafoglio azionario ha perso il 21% del suo valore, nonostante nei primi sei mesi del periodo le famiglie abbiano continuato a comprare titoli in Borsa (per quasi 24 miliardi).

Debacle ancora più accentuata per i fondi comuni: in termini di consistenze i fondi sono passati – in un trimestre – dai 266,7 miliardi di fine dicembre ai 221,9 miliardi di fine marzo: quasi 45 miliardi in meno frutto in parte del calo delle quotazioni, e in larga misura dei riscatti netti per 15,8 miliardi. Del resto, rispetto ad un anno fa, il portafoglio complessivo della voce “fondi comuni” nelle tasche degli italiani si è ridotto di un quarto. Ed è crisi, sebbene meno profonda, anche per i prodotti assicurativi, che hanno visto flussi negativi per circa 6 miliardi (i volumi complessivi sono passati da 609,8 a 604 miliardi).Copyright © La Repubblica. Riproduzione vietata. All rights reserved

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