Economia

Italia, tagliate stime Pil: +0,6% nel 2015. Debito si gonfierà ancora

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ROMA (WSI) – Sono state riviste al ribasso le stime sulla crescita della terza economia d’Europa quest’anno, mentre il rapporto tra deficit e Pil non supererà la soglia limite europea.

L’Italia chiuderà il 2015 con un Pil in crescita dello 0,6%, un po’ meno di quanto stimato a fine aprile (+0,7%), mentre l’anno prossimo la crescita dovrebbe attestarsi a +1,1%, in linea con le ultime previsioni.

Sono le stime del centro studi Ref, che ha invece ribadito la stima sul rapporto deficit/Pil per quest’anno al 2,8% e ha leggermente rivisto a 2,4% da 2,3% quello sul 2016.

Peggiorano invece le attese sul debito, visto al 133,4% in rapporto al Pil per il 2015 dal 132,7% stimato ad aprile e al 132,3% nel 2016 da 132,2%.

Ref sottolinea che “al momento il quadro congiunturale resta, sulla base dei principali indicatori, orientato in una direzione moderatamente positiva”, con una leggera crescita nel secondo e anche nel terzo trimestre, ma “la possibilità che la crescita continui su un orizzonte temporale più esteso è strettamente legata all’evoluzione del contesto internazionale, e i rischi all’orizzonte sono aumentati”.

In particolare “un quadro economico internazionale meno promettente e un ritorno a politiche di bilancio di segno restrittivo farebbero estinguere sul nascere il nuovo ciclo”, sottolinea il rapporto che guarda con timore all’orientamento delle politiche economiche in Europa: “Sembrava iniziare a prevalere una lettura meno rigida degli obiettivi di finanza pubblica, tale da potere consentire all’Italia di mantenere un livello del deficit al di sopra degli obiettivi ufficiali indicati nel Def e approvati dalle autorità europee”.

Resta qualche rischio: la relativa rigidità mostrata dalle autorità europee nei confronti della Grecia (economia che versa in condizioni sociali drammatiche, molto peggiori di altri paesi dell’eurozona) potrebbe preludere ad una fase in cui gli spazi per letture flessibili degli scostamenti fra obiettivi e realizzazioni si riducono per gli altri paesi. Il risultato sarebbe allora che la politica di bilancio in Italia diviene di segno più restrittivo rispetto a quanto si sarebbe potuto presumere; il 2016 potrebbe vedere materializzarsi gli aumenti dell’Iva paventati, in apparenza come ultima ratio, nella ‘clausola di salvaguardia’”.