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Italia, allarme Corte dei Conti su tasse: rischio corto circuito

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ROMA – La Corte dei Conti evidenzia il “pericolo di un corto circuito rigore-crescita, favorito dalla composizione delle manovre correttive delineate nel Def: per quasi il 70% affidate, nel 2013, ad aumenti di imposte e tasse”. Questo con una pressione fiscale oltre il 45%. Lo dice il presidente Luigi Giampaolino alla Camera.

Il pareggio di bilancio nel 2013 conseguito attraverso le misure previste dal governo (in particolare l’aumento della tassazione e il conseguente “drenaggio” di risorse) rischia di poggiare su “un equilibrio precario”. E’ la preoccupazione espressa dalla Corte dei Conti alla Camera sulle politiche economiche indicate dal Def.

La spesa delle famiglie si è contratta a metà del 2012 del 4%. Un dato che – secondo il presidente della Corte dei Conti – è “presumibilmente destinato a peggiorare nella seconda parte dell’anno e nei primi mesi del 2013”.

“Dosi crescenti di austerità e rigore al singolo paese, in assenza di una rete protettiva di coordinamento e solidarietà, e soprattutto se incentrata sull’aumento del prelievo fiscale, si rivela alla prova dei fatti una terapia molto costosa e in parte inefficace”. Una ‘cura’ che “neppure offre certezze circa il definitivo allentamento delle tensioni finanziarie”.

Il calo del Pil indicato nella nota di aggiornamento al Def “é stimato al 2,4% (contro il -1,2% del Def di aprile), ma sorprende soprattutto la diminuzione dell’1% del prodotto anche in termini nominali: un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si era verificato solo nel 2009, l’anno centrale della grande recessione”.

“Nel 2013 si registrano minori entrate complessive per oltre 21 miliardi rispetto a quelle previste. Di questi poco più di 6,5 miliardi sono riconducibili al superamento dei previsti incrementi dell’Iva (almeno fino al giugno 2013), ma la flessione delle imposte dirette (-7,4 miliardi) e dei contributi sociali (-2,3) è da imputare ad una caduta del Pil molto superiore al previsto”.

E’ “necessario rafforzare la strategia per la crescita puntando a obiettivi più ambiziosi di quelli finora adottati”. Serve anche che “si apra una prospettiva di riduzione della pressione fiscale”. “Non si può non rilevare – afferma – come i risultati attribuiti al programma di riforme abbiano una dimensione insufficiente per colmare il vuoto di domanda apertosi a partire dal 2007”.

“Non dovrebbe rivelarsi necessaria una nuova manovra di correzione dei conti pubblici, che l’economia potrebbe difficilmente sostenere”, sottolinea Gianpaolino.

GRILLI, NO CORTO CIRCUITO, RIGORE-CRESCITA COMPATIBILI – “Più che un corto circuito c’é una compatibilità tra rigore e crescita”. Lo sostiene il ministro dell’Economia Vittorio Grilli replicando ai timori della Corte dei conti sul rapporto tra rigore e crescita. A margine del Forum della cooperazione Grilli ha spiegato che “la crescita senza rigore è come costruire una casa sulla sabbia”.