NEW YORK (WSI) – I rapporti diplomatici tra sauditi e iraniani sono ormai compromessi. Sono infatti arrivate alla rottura definitiva le relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran dopo l’esecuzione di un imam sciita e le successive proteste iraniane a Teheran.
A dare l’annuncio in televisione, che ha fatto infuriare gli Stati Uniti, è stato il ministro degli Esteri, Adel al-Jubair. Lo stesso ministro ha anche dato un ultimatum ai rappresentanti diplomatici di Teheran: “devono lasciare l’Arabia Saudita e hanno 48 ore di tempo per farlo”.
Secondo Teheran, i sauditi vogliono aumentare le tensioni di proposito, utilizzando il pretesto delle manifestazioni anti saudite avvenute nella capitale iraniane e forse anche per dare una spinta ai prezzi del petrolio che nelle ultime ore sono saliti del 3%.
Ad accendere la miccia potenzialmente esplosiva per una regione mediorentale già instabile, sono state le 47 esecuzioni capitali ordinate da Riad due giorni fa. Tra le vittime figura anche un influente religioso sciita, l’imam Nimr al-Nimr, l’uomo che nel 2011 aveva cercato di portare nella Provincia orientale, l’unica a maggioranza sciita, gli ideali della primavera araba.
La morte che ha scatenato la rabbia dell’Iran e le proteste delle fazioni sciite in Iraq, Libano, Yemen e Bahrein e in molti altri Paesi musulmani a maggioranza sciita, sfociate nell’attacco da parte di diversi manifestanti all’ambasciata dell’Arabia Saudita a Teheran, lanciando bombe incendiarie e saccheggiando la sede.
Alcuni manifestanti iraniani hanno fatto irruzione nell’ambasciata saudita della capitale iraniana, dopo che l’imam è stato giustiziato. L’incidente ha spinto Riyadh a ritirare il personale diplomatico e a ordinare ai diplomatici iraniani di lasciare immediatamente il regno.
“L’Iran è impegnato a fornire sicurezza diplomatica sulla base delle convenzioni internazionali. Ma l’Arabia Saudita, che trae giovamento dalle tensioni, ha usato questo incidente come scusa per alimentare le tensioni”, ha detto in tv Hossein Jaberi Ansari, portavoce del ministero iraniano degli Esteri.