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INVESTIRE SULLA CINA COME UN HEDGE FUND (1)

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) –
Quanta Cina c’è in realtà nei portafogli specializzati sul mercato cinese? Il tema è stato affrontato e dibattuto più volte in questi mesi, ma i recenti record e alcune nuove emissioni di certificati ci hanno indotto a ritornare sull’argomento. Le “vere” piazze finanziare del Paese sono senza dubbio Shanghai e Shenzhen, ma gli indici più diffusi restano al momento l’Hang Seng China Enterprises e il Ftse Xinhua China. In questo appuntamento ci soffermeremo sull’Hang Seng China.

Tra questi l’indice maggiormente adottato dagli emittenti di certificati per seguire il mercato cinese è l’Hang Seng China Enterprises, ossia l’indice, quotato in dollari di Hong Kong, che raggruppa azioni di società costituite in Cina ( H-Shares) controllate da un’azienda o ente governativo cinese ma quotate sulla Borsa di Hong Kong. Il motivo di questa scelta è legato alla libera contrattazione delle azioni di questo indice a differenza di quanto accade per altre tipologia di azioni cinesi (A-Shares. B-Shares o Red Chips).

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Per seguire l’andamento di questo indice sono diverse le opportunità che il settore degli investment certificate mette a disposizione :i primi certificati ad essere stati emessi sono stati i classici Benchmark, che seppur soggetti al rischio cambio, hanno svolto egregiamente il compito di replica lineare del sottostante apprezzandosi nel giro dell’ultimo anno di oltre 110 punti percentuali ( il Benchmark di Abn Amro è passato dai 7,11 euro del 26 settembre 2006 agli attuali 14,98 euro). Performance analoghe per gli altri due Benchmark, proposti da Banca Imi e da Societè Gènèrale.

Non c’è da guardare ai dividendi, ma alla sola specularità dello strumento, nel Reflex Short che Banca Imi quota sul SeDex a partire da ieri, 26 settembre 2007: seconda emissione di un Reflex Short già quotato ( in scadenza il 29 novembre 2007), il certificato appena approdato sul listino milanese consente di beneficiare sia in intraday che a scadenza ( fissata al 27 giugno 2008) dell’eventuale andamento ribassista dell’indice mediante un meccanismo di replica inversa delle variazioni dell’indice.

La vera novità è arrivata però solo in questi giorni e più precisamente verrà emessa il prossimo 19 ottobre. Si tratta del primo certificato Autocallable Twin Win agganciato ad un indice “cinese”: la scommessa è intrigante vista la forte volatilità dell’indice. Investendo nel certificato si accetta di impegnarsi per un periodo massimo di 4 anni, al termine del quale verrà riconosciuta la performance assoluta ( secondo le caratteristiche tipiche del Twin Win) dell’indice, a patto che non si sia mai verificato un calo superiore al 40%. C’è da dire che data la volatilità dell’indice, la barriera al 60% del prezzo di emissione non lascia poi così tranquilli: tuttavia, se non dovesse essere infranta, a scadenza verrà pagato indifferentemente il rialzo ( in misura illimitata) o il ribasso ( fino al 39,9%).

Ma la parte più interessante dell’emissione riguarda l’opzione Autocallable, quella cioè che consentirebbe il rimborso anticipato in occasione delle tre date previste con cadenza annuale a partire dal 19 ottobre 2008: alla prima data utile in cui l’indice si dovesse trovare ad un livello almeno uguale a quello del 19 ottobre 2007, il certificato verrà rimborsato per un importo complessivo di 100 euro maggiorati del 15,5% annuo ( premio di tutto rispetto ma da considerarsi come guadagno massimo). Per chi volesse sottoscrivere il certificato in collocamento, ricordiamo che il termine ultimo è il 16 ottobre, e che la commissione di sottoscrizione è dell’1,75%. Codice ISIN: NL0006041188.

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