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INVESTIRE SULLA CINA (2)

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) –
Nel corso del primo appuntamento dedicato alla Cina ci siamo concentrati sulle opportunità di investimento offerte dal mercato dei certificati per puntare sia al rialzo che al ribasso dell’Hang Seng China Enterprises, l’indice cinese più diffuso e conosciuto. Oggi invece vi mostriamo come diversificare e massimizzare i propri investimenti puntando su indici meno noti e soprattutto più difficili da raggiungere. La nostra analisi inizia dall’indice meno performante tra quelli che investono sulla Cina, nonostante un incremento a tre cifre negli ultimi dodici mesi:il FTSE Xinhua China25 ,passato nell’ultimo anno dagli 11000 punti agli attuali 24900. Anche per l’indice delle 25 aziende cinesi a maggiore capitalizzazione quotate sull’HKSE (Hong Kong Stock Exchange), l’ultimo mese è stato segnato da un recupero di oltre 40 punti percentuali. Nell’indice, realizzato appositamente per gli investitori internazionali , ogni singolo titolo non può superare il 10% di peso; la maggioranza dei titoli componenti il paniere sono H-Shares ( 65% di peso nell’indice), mentre le Red Chips rappresentano solo il restante 35%. Osservando la composizione dell’indice si nota una folta schiera di H-Shares già presenti nell’Hang Seng China Enterprises.

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Per investire su questo indice il segmento dei certificati rende disponibili soltanto due certificati, entrambi proposti da Goldman Sachs ( è però quotato su questo indice un ETF). Il primo non poteva essere che un Benchmark, emesso il 5 agosto 2004 ad un valore di 0,73 euro per certificato: a poco più di un anno dalla scadenza, il Benchmark quota 2,23 euro ( in rialzo del 205% dall’emissione) ed è soggetto ad uno spread bid-ask assoluto di 0,03 euro. Più articolata la seconda proposta emessa dall’emittente americana il 27 dicembre 2006: emesso a 10 euro per certificato ( corrispondente ai 15626,27 punti indice) il Bonus Certificates garantisce a scadenza, fissata per il 20 gennaio 2012, un rimborso minimo di 120 euro, pari cioè ai 18558,76 punti. Il rimborso sarà calcolato diversamente solo se:

? l’indice si troverà a scadenza al di sopra dei 18558,76 punti. In tal caso il rimborso verrà calcolato sulla base dell’effettivo rialzo , necessariamente superiore al 20%

? l’indice avrà toccato in qualsiasi momento una barriera di prezzo fissata a 11135,25 punti ( pari al 72% del valore di riferimento iniziale). In tal caso il rimborso non terrà più conto del Bonus minimo e sarà agganciato al valore di riferimento finale dell’indice.

Va tuttavia specificato che così come tutti i certificati dotati di opzioni accessorie alla semplice replica del sottostante, anche questo Bonus è protetto dal rischio cambio. Uno sguardo al pricing ci fa dubitare al momento dell’efficacia del Bonus: il sottostante è infatti molto al di sopra del 20% di rialzo e così anche il prezzo offerto dal market maker è già di gran lunga superiore ai 12 euro(viene scambiato attualmente a 15,80 euro).Codice ISIN:JE00B1M1NC00

Ma i due indici più rappresentativi dell’economia cinese sono lo Shanghai e lo Shenzehn Shares A e B. Anche osservando il grafico ad un anno dei 4 indici si nota la migliore performance degli indici riservati agli investitori “di casa” rispetto alla pur strabiliante crescita di quelli dedicati agli investitori esteri. In un solo anno le A Shares hanno registrato rialzi tra il 220 e il 250%, mentre le B Shares hanno subito,in particolare lo Shenzehn, un’importante correzione dovuta alle voci di liberalizzazione degli investimenti locali. Per investire sui due indici sono quotati al SeDeX due certificati di tipo Benchmark , emessi da Abn Amro con scadenza 18 aprile 2010. Per entrambi l’investimento minimo è pari ad un certificato, corrispondente quindi a pochi euro. Un dato, utile per capire quanta strada abbiano già fatto questi due certificati,riguarda l’incremento assoluto registrato dal giorno di emissione: il 20 giugno 2005 il Benchmark Certificate sullo Shanghai SE quotava 5,33 euro ( oggi 25,58 euro con un massimo a 27,05 euro) mentre quello sull’indice della seconda piazza azionaria del Paese quotava 2,33 euro ( 6,81 euro oggi con un massimo a 7,445 euro). In ottica di costi, non può non essere menzionato lo spread denaro-lettera, nell’ordine del 3%.Codici ISIN: NL0000194942 – NL0000194934

Per chi non dovesse accontentarsi dell’alta volatilità (che in alcune fasi raggiunge il 70%) dei due Benchmark la stessa emittente olandese ha quotato sul SeDex a partire dal 9 agosto tre certificati con leva: i Minifuture consentono per ora la sola operatività al rialzo e amplificano le variazioni degli indici sottostanti fino a 4 volte ( variabile). Codici ISIN: NL0000692580 – NL0000692622 – NL0000692606

Secondo di due articoli. Il primo e’ stato pubblicato con il titolo INVESTIRE SULLA CINA COME UN HEDGE FUND (1)

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