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Investire nei fondi comuni: come fare e a chi rivolgersi

Strumenti di risparmio gestiti dalle Sgr, ossia società di gestione del risparmio, i fondi comuni di investimento permettono una gestione del patrimonio affidandolo a professionisti che utilizzano le loro conoscenze ed esperienza.

Nel dettaglio con i fondi comuni, le società di gestione del risparmio investono le somme ad esse conferite in attività finanziarie come azioni, obbligazioni, titoli di Stato, ecc…. L’obiettivo è la diversificazione del portafoglio, regola aurea quando si tratta di investire. Ma come investire nei fondi comuni e a chi rivolgersi?

Investire in fondi comuni: come fare?

Prima di capire come investire in fondi, facciamo il punto sulle tipologie oggi esistenti.

Tipologie di fondi

Fondi aperti: Investono normalmente in attività finanziarie quotate e permettono di sottoscrivere quote, o chiederne il rimborso, in qualsiasi momento.

Questi prodotti sono divisi in due differenti tipologie:

Fondi armonizzati: sono il tipo di fondo più commercializzato in Italia e provengono sia da società con sede italiana sia da Sgr comunitarie. Presentano una serie di vincoli sugli investimenti con l’obiettivo di contenere i rischi e salvaguardare i sottoscrittori (ad esempio in termini di concentrazione su un singolo emittente, investimento in derivati o titoli non quotati nei mercati regolamentati).

Fondi non armonizzati: sono sottoposti a regole meno stringenti per quanto riguarda le politiche di investimento. Tra questi troviamo i fondi speculativi e soprattutto gli hedge fund.

In base alle politiche di investimento, i fondi aperti si suddividono in:

  • Fondi Azionari: investono prevalentemente in azioni e, generalmente, si caratterizzano per un alto grado di rischio;
  •  Fondi Obbligazionari: investono principalmente in titoli di Stato ed in obbligazioni corporate e si caratterizzano per un grado di rischio generalmente minore dei fondi azionari;
  • Fondi Bilanciati: investono sia in azioni che in obbligazioni, con livelli di rischio via via crescenti in base alla percentuale di azioni presenti in portafoglio;
  • Fondi Monetari: investono in strumenti del mercato monetario a breve termine, di genere non superiore a 6 mesi.

 

Fondi chiusi: Ad essi sono riservati investimenti poco liquidi e di lungo periodo (immobili, crediti, società non quotate) ed è possibile  sottoscrivere quote solo nel periodo di offerta, che si svolge prima di iniziare l’operatività vera e propria, e le rimborsano di norma solo alla scadenza del fondo.

 

Come scegliere il fondo

Come ricorda la Consob, per scegliere il fondo occorre soprattutto leggere il KIID (Key Investor Information Document).

Si tratta di un documento che deve essere obbligatoriamente consegnato al sottoscrittore e che deve contenere alcune caratteristiche chiave come

  • le principali tipologie di attività in cui il fondo investe
  • il profilo di rischio-rendimento, che viene espresso con un indicatore sintetico di rischio che va da 1 (minimo rischio) a 7 (massimo rischio)
  • costi intendendo per tali le commissioni di sottoscrizione e/o di rimborso, commissioni di gestione, commissione di performance
  • rendimenti passati degli ultimi 10 anni.

Quando rendono i fondi comuni di investimento

Dare una risposta univoca su quanto rende l’investimento in fondi comuni non è semplice. Secondo quanto reso noto da un’indagine di SoldiExpert SCF, società di consulenza finanziaria indipendente, i fondi comuni obbligazionari rispetto ai fondi azionari statisticamente offrono minori rendimenti ma anche minori rischi in termini di volatilità negativa del capitale.

Inoltre, sempre secondo l’indagine, i fondi obbligazionari meno rischiosi sono quelli che comprano obbligazioni governative a brevissimo termine e i fondi monetari che investono in titoli quotati in euro.

A chi rivolgersi per investire in fondi comuni

Per investire nei fondi comuni di investimento dobbiamo rivolgerci ad intermediari finanziari, ossia banche, consulenti finanziari, private bankers e piattaforme online.

Da qualche tempo alcuni fondi comuni possono essere anche acquistati direttamente sul mercato di Borsa italiana.

Le principali società di gestione di fondi comuni

A livello globale sono investiti in fondi comuni risorse per oltre 110.000 miliardi di dollari. Le più grandi società di gestione al mondo in relazione agli asset gestiti sono:

1 BlackRock, USA – (9.090 miliardi)
2 Vanguard Group, USA – (7.600 miliardi)
3  Fidelity Investments, USA (4.240 miliardi)
4 State Street Global Advisors, USA – (3.600 miliardi)
5  Morgan Stanley, USA – (3.131 miliardi)
6 JPMorgan Chase, USA – (3.006 miliardi)
7  Goldman Sachs, USA  – (2.672 miliardi)
8 Crédit Agricole, Francia – (2.660 miliardi)
9 Allianz, Germania – (2.364 miliardi)
10  Capital Group, USA – (2.300 miliardi)

I costi dei fondi comuni

A fronte dei rendimenti generati dall’attività di gestione delle risorse raccolte dal fondo, il risparmiatore  sostiene dei costi, definiti nei documenti consegnati all’atto dell’investimento. Generalmente consistono in commissioni:

  • di ingresso, a carico dei sottoscrittori della quota;
  • di gestione, legate all’amministrazione del fondo;
  • di performance, calcolate sui risultati raggiunti;
  • di uscita, legate alla vendita della quota.

Conoscere il totale dei costi dei fondi comuni di investimento è fondamentale. Questi vengono sintetizzati da un acronimo detto TER. Se un fondo che detieni in portafoglio ha costi troppi elevati può abbattere in modo significativo il rendimento del fondo stesso.

Secondo l’ultimo rapporto dell’ESMA per i fondi comuni azionari nell’Unione europea i costi ricorrenti, cioè prelevati ogni anno dal patrimonio del fondo, sono pari all’1,5% del valore dell’investimento, mentre nel caso dei fondi azionari italiani il costo arriva in media al 2%.

I proventi incassati dai risparmiatori (cedole, dividendi o reddito da capitale) sono poi soggetti a tassazione con un’aliquota del 26%.