Società

INVESTIMENTI & BORSA: COME GIOCARE D’AZZARDO

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Mentre tenta di mettere le mani sul produttore cinematografico Lions Gate Entertainment, il raider Carl Ichan continua a puntare nuove fiche su un altro business: quello d’azzardo. Solo negli ultimi tre mesi il miliardario investitore ha preso il controllo di 10 casino’ e ne sta tenendo sott’occhio altri tre. A titolo di cronaca, ha fatto suoi 9 casino a marchio Tropicana Entertainment (incluso quello ad Atlantic City) il megacasino parzialmente finito Fontainebleau di Las Vegas ed e’ tutt’ora in lotta continua con Donald Trump per accaparrarsi tre dei suoi casino’, anche questi ad Atlantic City.

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I motivi di tutto questo interesse per un settore messo a dura prova dalla crisi? Prezzi, valutazioni e potenziale ritorno nel lungo termine. Sono queste le tre parole d’ordine di Icahn, che pero’ puntualizza: ci vorra’ tempo per vederne i frutti, forse anche anni. “Mi piace aspettare e comprare cose che nessuno vuole. Questa e’ la condizione in cui prendersi le migliori occasioni”, ha riferito l’investitore, che fa acquisti approfittando delle procedure di bancarotta. Ma ci sono dei rischi considerevoli: “Soltanto un pazzo puo’ dire che si risolleveranno dal fondo”.

Quanto e’ lontano, dunque, questo fondo? “Il comparto dei casino’ si trova in difficolta’. A Las Vegas si e’ costruito troppo e Atlantic City ha i suoi problemi di competizione. Ma e’ proprio per questo che i prezzi di vendita si trovano agli attuali livelli”, ha continuato Icahn.

Investitori ed analisti guardano da vicino alle mosse dell’esperto. Qualcuno si domanda se le sue mosse nell’industria dei giochi d’azzardo suggeriscano di tornare a investire su realta’ particolarmente esposte a questo tipo di settore. “Icahn e’ sempre stato un astuto investitore”, ha ammesso Clyde Barrow, un esperto di casino’ e professore all’Universita’ del Massachussets. “Ci sono ampi margini di upside e se si sta investendo in una logica di lungo termine, questo e’ il momento di comprare”.

“Potrebbe essere il segno che le valutazioni sono vicine ai minimi”, ha riferito Janet Brashear, senior analyst in Sanford C. Bernstein & Co. Livelli che, ha avvertito l’esperta, potrebbero esser toccati nel 2011, prima della stabilizzazione del mercato, attesa per il 2012.

Icahn si e’ guadagnato il rispetto di Wall Steet con le sue attente scelte di investimento, con le feroci battaglie all’interno dei cda di societa’ in difficolta’ e, soprattutto, appropriandosi di gruppi mal gestiti, sottovalutati e che nessuno voleva riportandoli poi in auge.

Un esempio: il gruppo di farmaci antitumorali ImClone Systems. Il miliardario ha comprato i relativi titoli nel 2006, ha lanciato una battaglia delle deleghe (raccogliendo di fatto consenso tra gli azionisti per poi lanciare un takeover stile), ha fatto a braccio di ferro con i vertici della societa’ che avevano rifiutato un offerta da $36 per azione per poi rrivare a sedersi sulla poltrona di presidente. Due anni dopo, l’azienda ha accettato un’offerta da $70 per azione da parte del gruppo farmaceutico Eli Lilly. “Mi sento discolpato”, disse all’epoca Icahn. Si consideri anche il caso National Energy Group: un investimento da $300 milioni nel 2003 ha reso ad Icahn $1.5 miliardi tre anni dopo.

Non sempre gli e’ andata bene. Nel 2005 Icahn punto’ sulla catena di video a noleggio Blockbuster, quando i titoli valevano $9-10. Ora, con lui rimasto tra i principali azionisti, passano di mano intorno ai $0.30 e il gruppo si trova sull’orlo della bancarotta.

Come siano andate le cose, la sua recente passione per i casino’ attrae l’attenzione degli esperti di mercato. Negli ultimi due anni il settore dei giochi d’azzardo ha subito una bella botta complici la recessione, il calo del turismo, il congelamento del mercato del credito e la flessione delle spese da parte dei consumatori. A tutto cio’ si e’ aggiunto anche il presidente americano Obama, con i suoi commenti “anti Las Vegas”. Non a caso, molti gruppi del comparto hanno visto precipitare i loro ricavi, alcuni hanno fatto ricorso al Chapter 11 (Station Casinos) e altri sono arrivati a perdere in borsa l’85% del loro valore rispetto ai massimi dell’ottobre 2007.

Sebbene alcuni nomi si siano ripresi rispetto ai minimi di marzo, ci sono azioni che sono ancora molto lontane dai loro picchi. Nell’ottobre 2007 Las Vegas Sands (LVS) passava di mano a $138. Nel marzo dell’anno scorso si e’ spinta sotto quota $2. Anche se ha recuperato la soglia dei $20, ha ancora molta strada da fare per tornare ai vecchi valori. Wynn Resorts (WYNN) e Las Vegas Sands vantano i migliori recuperi, con incrementi rispettivamente del 296% e del 842% nelle ultime 52 settimane. Queste performance, pero’, si spiegano con l’esposizione dei due gruppi al mercato di Macau. Li’ nel 2009 i ricavi del comparto hanno toccato i $15 miliardi, tre volte quelli messi a segno a Las Vegas e dintorni. Il 60% degli utili dei due gruppi derivano proprio dall’area piu’ promettente. “L’espansione in asia e’ stata incredibile”, ha commentato Brashear, aggiungendo che “ci sono 2.5 miliardi di persone a cinque ore di volo da Macau. Si tratta del 40% della popolazione mondiale”.

Musica ben diversa per gli States dove, i titoli del gioco d’azzardo non rifletto la ripresa economica in atto. Questo fa pensare che ci siano margini di upside. Di quanto possa essere il rally e quanto veloce potrebbe essere dipendera’ dalla rapidita’ o meno del rimbalzo dell’economia.

Ci sono tuttavia segnali di miglioramento a Las Vegas: il traffico e’ cresciuto negli ultimi quattro mesi ma i ricavi da gioco restano deboli, ha dichiarato Bill Lerner, chief executive del gruppo di ricerce Union Gaming Group. “Se si spinge lo sguardo tra due-tre anni, ci si puo’ aspettare che il comparto possa tornare ai suoi livelli storici. Tradotto: l’upside potenziale e’ enorme”, ha spiegato Barrow. Basti guardare a MGM Mirage, affossata da una montagna di perdite e sull’orlo del fallimento. Un hanno fa ha ristrutturato il proprio debito ed ora non figura piu’ sulle liste stilate dagli analisti delle aziende in bancarotta.

Altri esperti sono piu’ pessimisti su Atlantic City, che si trova a competere con gli stati vicini come Pennsylvania, Delaware, West Virginia e Maryland che stanno ampliando il loro business ben oltre le slot machine per arrivare a includere anche i giochi d’azzardo fatti su un tavolo. Allo stesso tempo altri stati, come Massachusetts e Rhode Island stanno considerando di legalizzare alcuni giochi per porre riparo ai buchi di bilancio.

L’eta’ media dei casino’ di Atlantic City, inoltre, ha un’eta’ media di 26 anni. Fattore, ha riferito Chris Snow (senior analyst di CreditSights), che li mette fuori gioco rispetto alle piu’ recenti strutture negli stati vicini.

Secondo Brashear, i maggiori rally spetteranno a MGM (grazie a una ripresa delle attivita’ a Las Vegas). Ne trarranno beneficio Wynn e Las Vegas Sands.

Quanto a Icahn, non e’ la prima volta che fa incursione nei casino’. Tra il 2000 e il 2006 si e’ prima preso 4 gruppi (Stratosphere, Charlie’s Boulder, Charlie’s Decatur e Aquarius Casinos) a $300 milioni per poi rivenderli a $1.2 miliardi nel 2008, proprio prima che la recessione congelasse tutto. “Valeva la pena aspettare, no? Per fortuna la storia si ripete”, ha ironizzato Icahn.