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INVESTIMENTI: FATE IL PIENO DI COMMODITY

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Il 2008 sarà un anno fenomenale per le commodity, forse addirittura il migliore dai lontani anni ’70. L’oro potrebbe schizzare facilmente fino a 1.300 dollari l’oncia, i metalli industriali potrebbero salire del 50 per cento. E ce n’è anche per il caffè, che potrebbe toccare livelli mai visti.

L’uomo all’altro capo del filo, che risponde annunciando una stagione di cuccagna per le materie prime, è Victor Sperandeo, operatore in titoli e future dal 1968. Un uomo che speculava per George Soros e che, appena ventenne, era già il più grosso intermediario di opzioni fuori Borsa. Lo intercettiamo poco prima che prenda l’aereo diretto proprio a Milano, dove ha presentato, lunedì 18 febbraio, il suo nuovo libro dedicato alle risorse naturali (contatto: Fred@aftllc.com). Aggiunge: «Le azioni? Niente di che. Siamo in un mercato Orso. Il rimbalzo dei giorni scorsi non mi ha impressionato. Si compra in punta di piedi per guadagnare qualche punto e poi si scarica tutto».

Mr. Sperandeo, torniamo alle commodity. È davvero tanto ottimista sui prodotti di base?

Sì, sono molto, molto ottimista.

Ma se l’economia Usa dovesse entrare in recessione, non ci sarebbe il rischio che le materie prime cadano come pietre?

Amico mio, siamo già in recessione. Il punto è quando e come se ne esce.<.p>Lei ha una risposta?
La Federal Reserve sta reagendo alla crisi dei mutui aprendo completamente i rubinetti monetari, mentre la Casa Bianca è impegnata in un sostanzioso pacchetto di incentivi fiscali. Tuttavia questo fiume di denaro eserciterà la sua massima influenza quando l’economia sarà già uscita dalle sabbie mobili oppure sarà in via di guarigione. Stiamo parlando di giugno o luglio.

E a quel punto cosa accadrà?

Con tanti stimoli in circolazione, l’attività decollerà e la ripresa sarà tanto vigorosa quanto la recessione è stata preoccupante. Non dimentichi che siamo in un anno elettorale, per cui sia il presidente sia il Congresso non staranno certo a lesinare favori a chi li chiederà. Ed entrambi spenderanno a getto continuo.

Ma perché questo sarebbe il quadro ideale per le commodity?
Lo spiego subito. I motivi sono questi: i forti sgravi al contribuente, il perseguimento di una politica monetaria accomodante e l’inflazione in ascesa costituiscono il terreno più fertile possibile per le risorse di base. Vedo grossi affari bollire in pentola. Forse vedremo l’anno migliore dagli anni ’70.
Ma per questi che viviamo, e anche i prossimi mesi di recessione, che opinione si è fatto?

Sono molto incoraggiato. Sto vedendo che persino adesso, con l’economia che annaspa, le quotazioni delle materie prime tengono. È il segno che l’offerta di commodity risulta inadeguata rispetto alla curva della domanda. Quando l’attività produttiva si rimetterà in moto, i prezzi delle commodity schizzeranno alle stelle. Nei prossimi due o tre mesi potrebbero invece consolidare, preparare la base di decollo.

Nel 2007, le derrate agricole hanno superato le più rosee previsioni, mentre i metalli industriali hanno accusato una decisa flessione. E per il 2008?

L’oro e l’argento sono in pole position. Lo ripeto, non mi stupirei se l’oro raggiungesse i 1.300 dollari l’oncia (adesso è a 900, ndr) e se l’argento toccasse i 20 dollari (ora è a 17,3, ndr). I metalli industriali portano in dote un grande potenziale se l’economia dovesse recuperare come io credo. Le granaglie hanno corso, ma la tendenza è quella di una tenuta sulle quote massime. L’andamento si preannuncia leggermente positivo anche per il barile. La vera fuga in avanti, tuttavia, potrebbe giungere da quelle commodity agricole che nel 2007 sono rimaste al palo: ad esempio, caffè, cacao, zucchero e cotone rischiano di lasciare gli investitori di sasso, guadagnando fra il 50 e il 100 per cento.

Passiamo al mercato azionario. Che ne pensa?

È inutile abbandonarsi a fantasie. Il mercato è al ribasso, decimato dal crollo dei titoli finanziari e del consumo discrezionale. Qualche volta si verifica una corsettina di pochi giorni, ma poi le vendite tornano a fioccare e i ribassi si mangiano i magri guadagni in un battibaleno.

Qual è la prospettiva?

Gli operatori sono concentrati sul problema dei monoliner (cioè le società di riassicurazione come Ambac o Mbia che garantiscono la tripla A al debito di terzi in cambio di una spettanza. I monoliner sono incappati anch’essi nella mina del debito strutturato, rischiando il downgrade, con effetti a cascata su tutto il mondo del credito, ndr). La Federal Reserve si è fatta cogliere impreparata sul fronte regolamentare. E il salvataggio è al momento legato all’iniziativa dei privati.

Dunque?

Se l’operazione di soccorso avrà successo, forse il Dow Jones proverà a formare una base intorno ai livelli attuali. Diversamente, mi aspetto nuovi minimi entro poche settimane.

Compra qualcosa?

Ho un’esposizione molto limitata. A volte razzolo qui e là, ma sono compravendite di corto raggio, non è per il lungo termine. Andremo avanti così fintanto che non si intravederà la luce in fondo al tunnel, magari fra un paio di mesi.

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