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INTERNET FUND: LA CRESCITA E’ FUORI DAGLI USA

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Il fondo Internet (WWWFX) nato tre anni fa ha attratto un gran numero di investitori, crescendo fino a 1,2 miliardi di dollari. Ma per garantire una performance uguale anche nel 2000, ha deciso che gli investimenti piu’ redditizi nel settore Internet probabilmente si trovano fuori dagli Stati Uniti.

Per rendere le cose piu’ difficili, Ryan Jacob, l’iniziatore del fondo, ha lasciato il suo posto a Steven Tuen e Peter Doyle per mettersi in proprio e creare una sua societa’ di amministrazione fondi.

Ai nuovi gestori spetta ora un compito molto difficile: ripetere le performance del 216% registrate nel 1999.

Doyle punta su una strategia che dovrebbe concentrarsi verso i mercati stranieri dove il settore Internet e’ ancora in grande crescita e maggiori sono le possibilita’ di guadagno.

Il gestore del fondo ha, infatti, molte riserve verso il mercato americano anche se per il momento il comparto dell’alta tecnologia sembra in continua corsa al rialzo.

Senza contare che, gli Stati Uniti, pur avendo esclusivamente il 5% della popolazione mondiale, rappresentano oltre il 90% della capitalizzazione di mercato nel settore tecnologico. Secondo Doyle, altri paesi, in particolare in Europa ed Asia, riusciranno nel breve termine a essere concorrenziali.

Nelle mire di Doyle sembra esserci UnitedGlobalCom (UCOMA), un fornitore di linee DSL per la connessione ad Internet ad alta velocita’ che opera nell’area Asia-Pacifico, Latino Americana ed Europea.

Un altro settore che il gestore tiene sott’occhio e’ quello degli Internet “incubators”. In particolare sembrano creare grande interesse Safeguard Scientifics (SFE), che garantisce il diritto a qualsiasi suo azionista con un minimo di 100 azioni di poter investire nelle compagnie su cui la stessa societa’ vorra’ investire, e CMGI (CMGI).

Infine, Doyle appare essere estremamente propenso a scoprire nuove societa’ su cui poter investire pur rimanendo legato alle grandi firme come Time Warner (TWX), Disney (DIS) e CBS (CBS) dato che, secondo lui, la qualita’ continua ad essere nelle mani di poche e selezionate aziende di comunicazioni.