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Infrazione Ue, larghe intese e crepe profonde

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BRUXELLES (WSI) – Il governo va all’attacco del vicepresidente della commissione Ue, Antonio Tajani, che ha deciso di aprire una procedura d’infrazione perché ritiene non applicata correttamente la direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan trova “francamente incomprensibile” l’apertura di una procedura di infrazione da parte del “commissario uscente Ue Antonio Tajani”. Lo ha detto Padoan sottolineando l’impegno del governo per accelerare i rimborsi da parte della P.a.

“Quella del neo europarlamentare di FI Tajani è una grave strumentalizzazione dell’Europa e un atto di irresponsabilità contro l’Italia”, dice il sottosegretario alla presidenza del consiglio Sandro Gozi sulla decisione della Commissione europea di aprire la procedura di infrazione contro l’Italia sui ritardi nei pagamenti della P.a.

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Altro cartellino giallo all’Italia, colpevole d’aver violato la normativa europea secondo cui la pubblica amministrazione deve saldare i conti con i fornitori privati entro trenta giorni, o sessanta in casi particolari (come gli ospedali). La Commissione Ue ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia in quanto ritiene che nella pratica non applichi correttamente la direttiva Ue sul ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Le imprese non vengono pagate come previsto dalle regole Ue ma con ritardi che arrivano sino a 210 giorni.

Ma la richiesta di apertura della procedura di infrazione, che a quanto si apprende comporterebbe l’invio di una lettera di messa in mora dopo l’iniziativa del responsabile Industria Antonio Tajani, agli ultimi giorni del suo incarico, scatena reazioni infuriate. A partire dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che trova «francamente incomprensibile»il gesto da parte del «commissario uscente Ue Antonio Tajani». Parole a cui seguono quelle ancora più aspre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi che giudica il gesto «un atto di irresponsabilità contro l’Italia». Ma il commissario Ue non tentenna di fronte alle critiche. «L’Italia è il peggior pagatore d’Europa» e ai giornalisti che gli hanno chiesto perché abbia scelto proprio questo momento per aprire una procedura di infrazione che mette in difficoltà il governo Renzi, Tajani ha risposto: «Nei mesi scorsi ho inviato messaggi, fatto avvertimenti, sollecitazioni alle autorità italiane affinché trovassero una soluzione per i ritardi della pubblica amministrazione nei pagamenti alle imprese, ultimamente anche la Banca d’Italia ha indicato che l’Italia sta violando le norme europee: ho sempre difeso le stesse posizioni con tutti i governi, compreso quello Berlusconi che mi indicò come commissario europeo». E ha ribadito: «non è una questione di governo ma di gente che perde il lavoro». «L’obiettivo – ha aggiunto – non è sanzionare l’Italia ma far sì che l’Italia paghi i debiti alle imprese che altrimenti chiudono».

Le Pa italiane, secondo le informazioni della Commissione, impiegano in media 170 giorni per pagare le imprese che forniscono loro beni e servizi e 210 giorni per i lavori pubblici. Alcune applicano poi tassi d’interesse per i pagamenti in mora che sono inferiori a quelli previsti dalla direttiva Ue. Gli advisor di Bruxelles per l’Italia, Ance e Confartigianato, in più occasioni hanno denunciato la persistente violazione della direttiva. La media per i costruttori sarebbe di 146 giorni.

Inoltre, altre Pa ritardano i rapporti sull’avanzamento dei lavori in modo da ritardare anche il pagamento alle imprese. Il governo italiano ha ora due mesi di tempo per rispondere e se le informazioni fornite non saranno ritenute sufficienti la Commissione, constatando a quel punto la violazione delle norme Ue, invierà un parere motivato. Oltre all’Italia, la Commissione ha inviato una lettera di messa in mora anche alla Slovacchia in quanto non ha attuato correttamente nella legislazione nazionale la direttiva sul ritardo dei pagamenti.