Economia

Inflazione, uno shock per la nostra economia. Si profila un prolungamento della recessione

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A puntare il dito direttamente contro l’inflazione ci ha pensato Confcommercio, che sottolinea come sia uno shock per la nostra economia e che, soprattutto, possa determinare un prolungamento della recessione. A parlare sono i numeri: su base annua l’inflazione è aumentata dell’11,9%, trainata dalla crescita dei prezzi dei beni energetici, che sono saliti del 73,2%. Un vero e proprio record.

Erano trent’anni che non si registravano livelli analoghi. Giusto per avere un’idea di quanto siano eccezionali i numeri, è sufficiente dare un’occhiata ai dati preliminari di ottobre sull’inflazione: l’Istat ha certificato un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua. Siamo davanti ad un incremento di due punti percentuali rispetto a quanto registrato a settembre. Una situazione che condiziona pesantemente il carrello della spesa dei consumatori, che hanno visto lievitare i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona.

Inflazione, costi che spaventano sempre di più

L’inflazione ad ottobre ha registrato una forte accelerazione rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A condizionare pesantemente le tasche dei consumatori sono stati principalmente i beni energetici, che sono passati da un +44,5% del mese di settembre a +75,2% dei dati preliminari di ottobre. L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5% a +5,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +5,5% a +5,8%.

La netta accelerazione registrata ad ottobre dall’inflazione, superiore alle nostre stime (9,8%), rappresenta indubbiamente uno shock per il nostro sistema – spiegano dall’Ufficio Studi di Confcommercio -. In un solo mese si è infatti, registrata una variazione dei prezzi (+3,5%) analoga a quella rilevata complessivamente tra il 2017 ed il 2021. Le tensioni, che hanno portato a tassi di crescita dei prezzi eccezionali nel comparto energetico, si stanno diffondendo ormai a tutti i settori, principalmente beni di largo consumo. Questa situazione non è purtroppo destinata a registrare modifiche sostanziali nel breve periodo, anche alla luce degli aumenti che si stanno rilevando nelle fasi antecedenti il consumo con i prezzi alla produzione che, a settembre, segnalano un +41,8% su base annua.

I consumatori tagliano le spese

I consumatori, in Europa, hanno iniziato a ridurre le spese dei beni non essenziali. Il motivo è da ricercare nell’aumento dei prezzi delle bollette di luce e gas. A condizionare le scelte d’acquisto sono anche i tassi d’interesse, che sommati alle fatture energetiche stanno facendo lievitare il costo della vita.

A sottolinearlo ci ha pensato il Financial Times, che ha messo in evidenza come le vendite di auto, gli incassi al botteghino e le prenotazioni negli alberghi stanno calando. I consumatori hanno deciso di ridimensionare i piani per effettuare gli acquisti più importanti. Quando si tratta di acquistare una casa o una vettura nuova, le intenzioni di spesa si sono portate ai livelli più bassi degli ultimi vent’anni, escludendo unicamente i primi mesi della pandemia. Gli acquisti non essenziali sono quelli che si tagliano più facilmente.  Ad agosto, cifre alla mano, la spesa complessiva dei consumatori dell’Unione europea è stata superiore del 9% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma la quantità dei beni acquistati è scesa dell’1%.

Secondo un’analisi dei dati Entso-E di Barclays, il consumo di gas in Germania, Francia e Italia è sceso al 15% al di sotto della media 2017-2021. Mark Cus Babic, economista europeo di Barclays, spiega che il calo riflette probabilmente gli sforzi dei governi europei per contenere i consumi, la distruzione della domanda dovuta all’aumento dei prezzi ma sicuramente anche alle temperature più elevate.