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INFLAZIONE E PETROLIO PIEGANO WALL STREET

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Proseguono con forza le vendite sull’azionario statunitense a meta’ giornata. Il Dow Jones cede oltre 200 punti, il Nasdaq e’ in calo -1.25% (controlla la performance in tempo reale). Il nuovo record del greggio e il preoccupante dato emerso dal fronte macro hanno riportato i ribassisti sull’azionario.

Il pericolo n.1 al momento sembra essere rappresentato dalla corsa senza ostacoli dei prezzi delle commodities. I timori sono per un rallentamento della spesa dei consumatori nei prossimi trimestri, costretti a rinunciare a diversi acquisti per far fronte ai rincari delle bollette energetiche e del carburante.

In mattinata il greggio e’ balzato ad un nuovo record di $129.60 al barile e cio’ non puo’ che contribuire al rialzo del prezzo della benzina, ieri arrivato per la prima volta a toccare i $4 al gallone in piu’ aree degli Usa. I futures con consegna giugno (all’ultimo giorno di scambi) segnano in questo momento un progresso di $2.28 a $129.33 al barile. Il dollaro debole e l’impennata della domanda da parte della Cina stanno eclissando il rallentamento della richiesta registrato di recente negli Stati Uniti. Ad alimentare gli acquisti sul comparto sono state anche le ultime dichiarazioni
del petroliere T.Boone Pickens.

Un duro colpo e’ arrivato anche dalla Fed, che stando agli ultimi commenti di alcuni governatori, potrebbe aver terminato la serie di tagli al costo del denaro iniziata lo scorso settembre. “Valutando le informazioni in nostro possesso, la politica monetaria sembra essere ben calibrata al momento per promuovere la crescita dell’occupazione e un rallentamento dell’inflazione” ha affermato Donald Kohn, vice-chairman della Banca Centrale americana.

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A luci ed ombre l’aggiornamento sul PPI che ha avuto l’effetto di deprimere ulteriormente le quotazioni dell’azionario. Nel mese di aprile i prezzi alla produzione hanno registrato una crescita dello 0.2%, inferiore alle attese (+0.4%), ma la versione “core” del dato e’ avanzata dello 0.4%, contro un consensus pari a +0.2%, portando cosi’ il tasso annuale dal 2.7% di marzo al 3.0%, maggior livello dalla fine del 1991.

In ambito di utili societari, delusione da parte del colosso retail di articoli per la casa Home Depot (HD). L’azienda ha riportato un calo dei profitti a causa dell’ancora debole trend del settore immobiliare e di alcuni costi non previsti legati alla chiusura di alcuni punti vendita. Migliore delle stime invece la trimestrale di Target (TGT) che ha battuto le attese sui profitti di 3 centesimi per azione.

Nel settore hi-tech, Yahoo! (YHOO) e Microsoft (MSFT) continueranno ad occupare la scena. La societa’ informatica sarebbe interessata ad un investimento nel portale Internet che interessi l’acquisto del business della ricerca online. Dopo la chiusura delle borse, gli occhi saranno puntati sulla blue chip Hewlett-Packard (HPQ) per via della pubblicazione dei risultati trimestrali.

A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Gold +1.8%, Oil & Gas Exploration +1.4%, Managed Healthcare +1.4%, Home Entertainment Software +1.3%, e Health Care Facilities +1.2%. Tra i piu’ forti ribassi: Industrial REITS -3.6%, Homebuilding -3.6%, Paper Packaging -3.5%, Real Estate Management & Development -3.5%, e Aluminum -3.2%.

Alle 12.30 EDT il volume di scambio e’ di 445 milioni di pezzi al NYSE e 877 milioni al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 869 a 2142 al Nyse e 918 a 1828 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 30 a 17 al NYSE e 9 a 31 al Nasdaq.

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