Società

INDICI: SETTIMANA D’ORO PER LE BORSE USA +6,3%

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

L’indice Dow Jones U.S. Total Market Index venerdi’ 3 marzo ha chiuso in rialzo di 20,49 punti (+6,3%) a quota 342,87 rispetto alla chiusura di 322,38 del 25 febbraio scorso.

L’indice DJ U.S. Total Market Index, che viene pubblicato ogni sabato da Wall Street Italia, rappresenta il 95% di tutte le azioni quotate sui mercati azionari degli Stati Uniti, valutate con il criterio della capitalizzazione.

Nella stessa settimana l’indice Dow Jones Industrial Average e’ salito di 505 punti, cioe’ il 5,1%, salendo a 10.367, di nuovo quindi sopra quota 10.000. Per la prima volta da varie settimane il Dow – che rappresenta la Vecchia Economia – ha visto qualche acquisto su titoli dai prezzi piuttosto depressi.

Ma il Nasdaq ancora una volta ha attirato la maggior parte delle attenzioni degli investitori. L’indice dei tecnologici e’ ormai a un passo da quota 5.000, essendo salito la scorsa settimana di 324 punti (+7,1%) a quota 4.914.

Il Nasdaq, spinto in su’ dai guadagni di blue chips come Cisco Systems (CSCO), Intel (INTC), Microsoft (MSFT) e da titoli piu’ giovani come JDS Uniphase, Veritas Software e Ariba, e’ gia’ salito del 20,8% dall’inizio dell’anno, mentre il Dow Jones e’ ancora quasi in zona ”correzione”, in ribasso di circa il 10% (-9,8%).

Cio’ dimostra la dicotomia sempre piu’ pronunciata tra la Vecchia Economia rappresentata dal Dow Jones e la Nuova Economia che trova nel Nasdaq il suo indice di punta.

Ma altri numeri confermano la crescita irrefrenabile – e diremmo a questo punto eccessiva – del Nasdaq Composite. L’indice dei tecnologici Usa infatti ha guadagnato l’80% dai minimi dello scorso ottobre; inoltre ha piu’ che triplicato il suo valore dal suo minimo stabilito nell’ottobre 1998 (post-crisi asiatica), quando era sceso al livello di quota 1.419.

Nel complesso, le azioni a piccola capitalizzazione del settore tecnologie e biomedicale e biotecnologie sono state al centro di un’attivita’ frenetica di acquisto da parte degli investitori.

La crescita e’ riscontrabile non solo come abbiamo gia’ visto nell’indice Dow Jones U.S. Total Market Index, ma anche nel Russell 2000, che comprende appunto quasi tutte small cap: Il Russell 2000 e’ salito nella settimana appena passata del 7,4% a un nuovo massimo assoluto di quota 597, in rialzo del 18,5% dall’inizio dell’anno.

NOTA: Circa l’indice Dow Jones U.S. Total Market Index, il 70% e’ formato da titoli appartenenti a grande aziende (large cap, cioe’ a grande capitalizzazione); il 20% dei titoli appartiene alla categoria delle mid-cap; infine il 10% fa parte delle small-cap, cioe’ le piccole societa’.

L’indice e’ calcolato tenendo conto di 10 settori economici specifici con relativi sotto-settori riferiti a 87 gruppi di industrie. Le azioni che compongono il DJ U.S. Total Market Index sono quotate anche al New York Stock Exchnage, all’American Stock Exchange e al Nasdaq National Market System, oltre che su altre borse Usa.

Piuttosto che mantenere un numero fisso di titoli facenti parte dell’indice, come succede in quasi tutti i piu’ popolari indicatori di mercato, il DJ U.S. Total Market Index fornisce ogni settimana una misura effettiva e aggiornata del mercato azionario, basata sulle griglie relative alla capitalizzazione di borsa, seguendo il criterio di cui sopra (70/20/10), e riferita al 95% delle aziende americane quotate. Un approccio in grado di fornire una rappresentazione quasi assolutamente veritiera degli andamenti del mercato azionario americano.