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INDICI EUROPEI A SCONTO, PAROLA DI GOLDMAN SACHS

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(WSI) – Un p/e di 10 volte non può far paura. Nemmeno se si viene da un rialzo del 40% in soli cinque mesi. Di questo ne sono convinti gli strategist di Goldman Sachs.

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Nonostante tutto, infatti, i listini europei – è il loro ragionamento – trattano a multipli molto contenuti: 1,5 volte il patrimonio netto, vale a dire ai minimi della forchetta di oscillazione degli ultimi 20 anni, e 12 volte gli utili trailing (vale a dire la somma degli eps dei quattro più recenti trimestri), contro una media storica di circa 16 volte. Qualcuno potrebbe giustamente obiettare che le condizioni di 20 anni fa, dal punto di vista dell’inflazione, sono ben diverse da quelle attuali, ora che l’aumento dei prezzi al consumo è prossimo allo zero.

Vero, rispondono da Goldman, ma anche un p/e modificato (al ratio si aggiunge proprio il tasso di inflazione) evidenzia (si veda il secondo grafico accanto in pagina) come la sua media storica non si discosti mai in genere dal valore di 20; dal 1973, poi, è pari a 18,1 volte, ma ora siamo a quota 12,1 volte, quindi ancora una volta a valori veramente contenuti.

Certo, in effetti nessuna misura di valutazione basata sui multipli è perfetta, e il focus degli investitori, specie dopo un’ascesa delle quotazioni così rapida, è tornato a puntarsi sulla possibile nuova caduta dei profitti aziendali – un fatto che amplierebbe nuovamente i ratio borsistici – ma gli analisti di Goldman ribattono mostrando come, rispetto alle previsioni di un -38% in termini di utile netto per le società dello Stoxx 600, ora le stime possano fermarsi a un -19%, quindi la metà, mentre per il prossimo anno si parla già di un +34%, invece di un +19% stimato solo pochi mesi fa.

E a trainare i conti, dopo averli falcidiati negli ultimi due anni, sarebbero ancora una volta i finanziari, con un +14% quest’anno e +65% il prossimo. Ma anche in termini di rendimento del dividendo il mercato azionario europeo rimane decisamente interessante. Il dividend yield dell’EuroStoxx50, infatti, è vicino ai massimi degli ultimi 25 anni al 4,3%, pur dopo i molteplici tagli delle cedole da parte delle grandi corporation europee. Mentre le attese per il prossimo anno sono di un rendimento della cedola che si dovrebbe attestare al 3,5% circa.

Infine, quali settori sono da privilegiare? I ciclici, da alcuni considerati ormai troppo costosi, sono invece ancora interessanti, ribattono da Goldman, dato che la loro crescita seguirà il trend macroeconomico. Inoltre appaiono cari con i multipli sugli utili solo perché i downgrade hanno affossato in modo eccessivo il settore, mentre, per esempio, non lo sono sul ratio prezzo su mezzi propri.

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