Società

INDEGNA GAZZARRA: BERLUSCONI D’ALEMA
SCONTRO TOTALE

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(WSI) – Berlusconi che non molla la presa e accusa i Ds di essere «scesi in campo» nella scalata a Bnl, Fassino che reagisce con rabbia e annuncia che non farà più confronti tv con il premier, seguito a ruota da D’Alema che denuncia l’uso politico delle Procure da parte del capo del governo.

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SCONTRO – Si avvelena sempre di più lo scontro sulla vicenda Unipol, partendo proprio dalla deposizione del Cavaliere davanti ai pm romani. Le indiscrezioni riferiscono di un presidente del Consiglio che nella mezz’ora di audizione davanti ai magistrati avrebbe parlato del ruolo di alcuni politici nel convincere le Assicurazioni Generali a cedere la loro partecipazione nel capitale sociale della Banca nazionale del lavoro, pari all’8,7%. Particolare questo che a Berlusconi sarebbe stato rivelato da Tarak Ben Ammar (la procura di Roma avrebbe già in programma di ascoltarlo). A stretto giro ecco la replica del gruppo del Leone: «Indiscrezioni che sono del tutto prive di fondamento». Precisazione che non arresta, né potrebbe, il fiume di polemiche.

PALAZZO CHIGI IN TRINCEA – Anche perché Berlusconi non solo non lascia ma raddoppia. Rifiuta di scusarsi con la sinistra, come gli ha chiesto Fassino. Anzi, «sono io la vittima di un sistema di persecuzione che non ha eguali». E torna all’attacco della Quercia: «Quando sentivo dire che i Ds avrebbero fatto il tifo e non scesi in campo nella vicenda della scalata Unipol a Bnl, mi risultava il contrario – dice nel corso della trasmissione Conferenza stampa -. Ovvero che erano stati chiesti incontri conviviali con il presidente delle Generali che deteneva un pacchetto dell’8% di azioni Bnl». Incontri conviviali – precisa – non pressioni. «Ho raccontato – prosegue Berlusconi – da chi avevo avuto l’informazione e ho detto ai pm di chiamare il signor Tarak Ben Ammar e il signor Bernheim e di farsi raccontare da loro con chi sono andati a cena». Berlusconi parla di «quattro dirigenti dei Ds» a colloquio con Bernheim «e non certo solo per chiedergli se stava bene» ma non riferisce i nomi. Spiega però che non si tratta di fatti penalmente rilevanti e di essersi recato dai magistrati su consiglio del suo avvocato, il parlamentare di Fi Ghedini.

DUELLI TV – Quanto al rifiuto di Fassino di incontrarlo in tv, «io sono sempre disponibile ai confronti in tv. Speriamo che anche Prodi non si sottragga al confronto con me per paura…». Però non se ne parla del faccia a faccia di giovedì con D’Alema. «No, quel giorno c’è il Grande Fratello. Vuole che ci confrontiamo con una concorrenza tv così difficile? Scegliamo un’altra serata».

D’ALEMA ATTACCA – «Non ho nulla da aggiungere a quanto viene detto chiaramente nel comunicato delle Generali», si difende dal canto suo D’Alema che sottolinea che, a questo punto «il caso è chiuso». Ma si apre un «caso Berlusconi». Osserva il presidente della Quercia: «L’onorevole Berlusconi ha fatto una gaffe micidiale che sarà un boomerang. Ora capisco perché abbia annullato il faccia a faccia in tv con il sottoscritto». Poi l’ultima stoccata: «C’è una istituzione, la presidenza del Consiglio, che mai era caduta così in basso».

QUERCIA DAI PM – Intanto in risposta alla mossa del Cavaliere, la Quercia schiera anche gli avvocati. Il senatore dei Ds Guido Calvi, legale di D’Alema, incontra in mattinata il procuratore capo di Roma Ferrara che giovedì ha raccolto la deposizione di Berlusconi. Al termine il capogruppo dei Ds alla Commissione Giustizia del Senato rilascia una lunga dichiarazione in cui definisce «inverecondo» il comportamento del premier e di «nessuna valenza processuale» le sue dichiarazioni.

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