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In Italia produttività immobile da 20 anni

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Roma – La produttività in Italia è sostanzialmente ferma da vent’anni. Nel periodo 1992-2011, quella totale dei fattori è aumentata ad un tasso annuo dello 0,5%. Tale incremento, spiega l’Istat, risulta da una crescita media dello 0,9% della produttività del lavoro e da una flessione dello 0,7% di quella del capitale. Nel 2011 il dato mostra una crescita dello 0,4%.

Il report dell’Istat ‘Misure di produttività’ indica che la brusca frenata della
crescita della produttività si è registrata a partire dal 2003.

Nel periodo 1992-2011 la produttività totale dei fattori, quella che misura la crescita nel valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico e a miglioramenti nella conoscenza e nei processi produttivi, ha registrato, dunque, “una crescita media annua dello 0,5%, a fronte di un incremento medio dell’1,1% del valore aggiunto e dello 0,7% dell’impiego complessivo di capitale e lavoro”.

La dinamica della produttività totale dei fattori nel corso delle principali fasi cicliche dell’economia italiana “è molto simile a quella della produttività del lavoro”, osserva l’Istat.

Nell’arco della fase 1993-2003 si osserva una crescita media annua dello 0,7%, mentre in quella successiva la dinamica rallenta marcatamente, con un incremento medio dello 0,3%.

“Tale frenata è il risultato della minore crescita del valore aggiunto (+1,4% nel periodo 2003-2008 e +1,9% nel periodo 1993-2003) rispetto a quanto imputabile all’impiego congiunto degli input produttivi (1,1% nel periodo 2003-2008 e 1,2% nel periodo 1993-2003)”, spiega l’Istituto di statistica.

Il governo è “ben intenzionato a chiudere” l’accordo sulla produttività e fondamentale sarà l’incontro oggi con le imprese e i sindacati: “spero vada a buon fine” ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà che, intervenendo a Radio Anch’io, non ha escluso un ripensamento della Cgil, l’unico sindacato a non aver firmato il testo dell’accordo.

“Non chiudiamo spazi” prima del tempo, ha spiegato Catricalà: “siamo speranzosi fino alla fine” per un recupero della Cgil e “oggi al tavolo si vedrà”. “Spero che vada a buon fine – ha aggiunto il sottosegretario – noi siamo ben intenzionati a chiudere. Questa volta i soldi per la copertura ci sono” e occorre garantire che vengano “utilizzati bene per la produttività”.
(TMNews-Rainews24)