Società

In fumo l’accordo fiscale tra Germania e Svizzera

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

New York – Come temuto dal governo federale svizzero e dalla cancelliera Angela Merkel, che puntava sul rientro dei capitali degli evasori tedeschi, sara’ un no il parere del Land cruciale di Bade-Wurtenburg all’accordo di Rubik tra Svizzera e Germania.

Tutt’a un tratto le possibilita’ di vedere passare al Bundesrat il progetto di accordo fiscale elvetico il 23 novembre si sono ridotte all’osso.

Ora l’ultimo barlume di speranza e’ riposto sulla commissione di conciliazione tra le camere del Parlamento.

Il Bade-Wurtenburg figurava tra le circoscrizioni incerte sulla decisione da prendere. Il ministro social-democratico e numero due del Land tedesco, Nils Schmid, si e’ sempre opposto fermamente all’accordo fiscale con la Svizzera, che giudica ingiusto verso i contribuenti onesti.

Ma il suo numero uno, il ministro presidente del Land e rappresentante del partito dei Verdi, Winfried Kretschmann, era considerato dagli svizzeri come la personalita’ piu’ facile da convincere, essendo tentato dai vantaggi finanziari che l’intesa rappresentava per le casse del suo Land.

Al termine di un incontro a Stoccarda, Schmid ha informato l’ambasciatore a Berlino Tim Guldimann e il segretario di Stato svizzero Michael Ambuhl della sua scelta: al Bundesrat, il Consiglio Federale tedesco costituito da 16 Land, la regione dira’ no.

La decisione e’ stata influenzata dallo scandalo che ha travolto UBS. Il procurore di Mannheim aveva annunciato il 9 novembre di avere aperto un’inchiesta contro i dipendenti tedeschi della banca svizzera, sospettati di aver aiutato i contribuenti connazionali a truffare il fisco senza incorrere in problemi legali.

Rubik sara’ all’ordine del giorno della Seconda Camera del Parlamento tedesco, guidato dall’Opposizione, la mattina del prossimo venerdi’ 23 novembre. “Un ultimo confronto con la parte svizzera si e’ arenato”, hanno spiegato Kretschmann e Schmid, senza precisare quale punti dell’accordo sono stati messi in discussione.

Nel caso in cui l’accordo – che doveva entrare in vigore il primo gennaio 2013, saltera’, la Germania continuera’ a comprare i CD rubati contenenti i nomi degli evasori tedeschi e la Svizzera a perseguire gli autori dei furti.

La legge in Germania consente a un contribuente ‘evasore’ di denunciarsi al fisco per evitare di finire indagato, alla condizione che nessuna inchiesta formale sia gia’ stata aperta contro di lui e che il suo nome non compaia gia’ in uno dei documenti presenti nei CD rubati.