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Immobiliare Usa: ecco perche’ i prezzi crolleranno di un altro 20%

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I prezzi crolleranno del 20% e le stime sono persino prudenti. In primavera erano in molti ad aspettarsi, non solo un’uscita dal tunnel del mercato immobiliare, ma addirittura un rimbalzo abbastanza sostenuto. Gli investitori hanno incominciato a mettersi in fila per comprare case pignorate, in particolare in California, la cartina di tornasole dell’andamento del settore. Gli incentivi fiscali, in alcuni casi pari a $8000, per gli acquirenti di una casa nuova, hanno convinto molti americani a comprare e si sperava che riuscissero a rilanciare l’attivita’ in tutta la nazione. Ma una volta scaduti, in aprile, la musica e’ cambiata.

Il piano TheHomeAffordable Modification e’ stato annunciato con uno squillo di trombe dall’amministrazione, che con essa prometteva di aiutare 3-4 milioni di proprietari immobiliari a pagare il mutuo. Ma poi e’ successa una cosa strana. Un ostacolo dopo l’altro, molti muri si sono eretti sulla via della ripresa.

L’economista Gary Shilling, tra i piu’ rispettati in America, soprattutto dopo aver indovinato i tempi e la gravita’ della crisi subprime del 2007-2008 e degli effetti sul mercato azionario con la sua column su Forbes, esprime oggi un’opinione negativa sul business del mattone (importante se non addirittura fondamentale pur rappresentando solo il 4.7% del PIL risptto al 70% dei consumI) perche si possa intravvedere una vera ripresa dell’economia Usa, mentre sinora e’ stato invece l’anello debole della catena in America.

I prezzi delle case in America sembrano molto bassi, anzi sembrano aver raggiunto un bottom; le vendite hanno registrato un bel balzo (almeno per un breve lasso di tempo); ma il macigno della disoccupazione pesa e anche se il tasso di rifinanziamento mutui e’ in rialzo, la maggior parte dei proprietari di casa non riesce a rifinanziare.

Non bisogna poi dimenticare che i requisiti per i prestiti sono molto piu’ stringenti ora, tanto che le due agenzie governative Fannie Mae e Freddie Mac hanno dovuto svalutare quasi per intero i mutui in portafoglio. Tutti si ricordano il crollo dei prezzi a maggio 2009 e sono consapevoli del fatto che potrebbe risuccedere.

Il numero di pignoramenti (strettamente legato alla disoccupazione) e quello di case ipotecate finite nelle mani delle banche sono ancora eccessivamente alti: questo inevitabilmente esercitera’ pressione sui prezzi. Il numero di case di proprieta’ e’ in continuo calo, con sempre piu’ americani che per risparmare ricorrno alla famiglia e si trasferiscono da parenti e perfino amici, riducendo la domanda immobiliare. Infine il numero di case in vendita e il periodo di permanenza sul mertcato si trovavano ancora su livelli “abnormi”.

Tutti questi fattori – secondo Shilling – implicano che i prezzi potrebbero retrocedere sui livelli piu’ bassi della tendenza di lungo termine e forse persino scendere sotto. Cosi’ come sono saliti iperbolicamente, possono scendere con la stessa rapidita’ di discesa.

Inoltre un’ulteriore discesa dei prezzi finira’ per fare schizzare al rialzo il tasso di insolvenza e quello dei conseguenti pignoramenti (foreclosures). Il deprezzamento del 20% del real estate Usa spingera’ all’insu’ il numero di proprietari immobiliari in difficolta’ dal 23% al 40%. L’effetto domino produrra’ altre bancarotte personali e altri pignoramenti. Non un bel quadro, per gli italiani che hanno comprato casa in America.