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IMMOBILIARE: ATTIVITA’ E PREZZI IN NETTO CALO

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Il numero delle compravendite di immobili nel nostro paese è decisamente calato e anche i valori stanno mostrando adesso una certa tendenza alla riduzione. Il dato emerge dal Rapporto sul mercato immobiliare 2009 di Nomisma, dove si sottolinea come la tenuta del valore degli immobili italiani, se confrontato con altri paesi, resti comunque notevole.

I prezzi sono in calo, per il secondo semestre consecutivo. Per le abitazioni sono diminuiti nei primi sei mesi dell’anno del 2,5% (si erano già ridotto dell’1% alla fine del 2008), una flessione che si traduce in un -3,5% su base annua; considerando la variazione dei prezzi medi in tredici diverse aeree territoriali si va dal -4,1% di Venezia città al -0,2% di Cagliari. Anche se la riduzione del valore degli immobili in Italia è più contenuta rispetto al mercato mondiale, è comunque notevole se si considera l’andamento storico: analizzando il segmento delle abitazioni, il calo registrato nell’ultimo semestre è il più elevato da 25 semestri (cioè dal primo del 1997) e il terzo dal 1994. A fine anno, stando alle previsioni, i prezzi delle abitazioni potrebbero risultare più bassi del 6-8% rispetto all’anno precedente. Nel 2010, anno alla fine del quale, secondo le previsioni macroeconomiche, il Pil dovrebbe tornare a crescere, i prezzi potrebbero subire un’ulteriore flessione (-2-3%). Solo nel 2011 il mercato immobiliare tornerà a crescere.

Lo scorso anno le compravendite hanno registrato una variazione negativa del 14,8% su base annua; le difficoltà di collocamento degli immobili di ogni tipologia si riscontra nella dilatazione dei tempi medi di vendita (sono arrivati a 6,1 mesi per le abitazioni, a 7,6 mesi per gli uffici e a 6,8 per i negozi) o di locazione, ma anche con l’aumento dello sconto ottenuto durante la trattativa. Ma tra gli operatori immobiliari si respira un cauto ottimismo: secondo le loro previsioni il punto più basso del mercato abitativo, in termini di compravendite, è stato raggiunto; anzi, gli operatori segnalano un certo ritorno all’acquisto, grazie anche alla possibilità di pagare prezzi più bassi e scontati rispetto al passato. Nel 2009, quindi, i volumi di compravendita potrebbero assestarsi intorno alle 600mila abitazioni (erano 686mila nel 2008), quasi 250mila abitazioni in meno rispetto al valore raggiunto prima nella crisi nel 2007 (con un volume di compravendite nel 2006 pari a 845.000 abitazioni).

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