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IL RISCHIO-ITALIA PIACE: SOLD OUT PER IL BTP 2040

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Nel calendario del debito pubblico italiano da oggi si è aggiunta una nuova data, la più lontana nel tempo: 1° settembre 2040. È la scadenza del nuovo BTp a trent’anni che il Tesoro ha deciso di mettere in vendita da questa mattina con un importo compreso tra i 4 e i 6 miliardi di euro.

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Questo titolo di Stato extra-long si rivolge a un pubblico molto sofisticato: investitori istituzionali con portafogli estesi sul lunghissimo termine, come le compagnie di assicurazione e i fondi pensione. L’accoglienza riservata a questo nuovo BTp 2040 con un rendimento lordo lievemente superiore al 5%, emesso tramite un sindacato di collocamento di banche (gli istituti impegnati come bookrunner sono Calyon, Credit Suisse Group, Ing, JPMorgan e UniCredit) e non con il tradizionale metodo dell’asta, è stata finora buona, secondo fonti di mercato: un test importante per il rischio-Italia, a conferma che gli investitori, soprattutto stranieri, sono disposti a prestare denaro allo Stato italiano con rimborso nel 2040.

Spalmare il debito pubblico su quanti più anni possibile sarà il trend dominante nel mercato dei titoli di Stato in Eurolandia nei prossimi mesi e per tutto il 2010, a causa del rifinanziamento dei massicci piani anti-crisi con Germania e Francia in prima linea. L’Italia con questo BTp 2040 precorre i tempi.
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Aggiornamento del 9 settembre (Isabella Bufacchi):

Il nuovo BTp 2040 ha conquistato il palcoscenico dei titoli di Stato con una performance da star. Applaudito soprattutto da quegli investitori istituzionali come le compagnie di assicurazione, i fondi comuni e i fondi pensione in Italia e in Europa che prendono posizioni a lunghissima scadenza.

Il nuovo trentennale del Tesoro, che scadrà il primo settembre 2040, è stato collocato per un importo finale di 6 miliardi di euro, il tetto massimo della forchetta 4-6 miliardi indicata da Via Venti Settembre all’inizio del collocamento. La cedola di questo BTp extra-lungo è fissa, il 5%, ma il rendimento è stato calibrato rispetto al “vecchio” BTp 2039: il 2040 cioè ha offerto un rendimento lordo pari a 6 centesimi di punto percentuale sopra il trentennale già sul mercato e dunque si è portato in area 5,20 per cento.

Il rischio-Italia quindi piace: lo Stato italiano ha preso in prestito 6 miliardi di euro, con rimborso nel 2040, riuscendo a pagare un tasso d’interesse di circa 107 centesimi di punto percentuale (1,07%) sopra il rendimento dei titoli di Stato tedeschi di uguale scadenza: questo “spread” non è affatto elevato rispetto ai 170 centesimi registrati nel picco della crisi di fiducia sui mercati e sulle scadenze decennali.

Il Tesoro, con questo titolo trentennale, conferma l’impegno ad allungare come a quando possibile (senza strapagare) la vita media del debito pubblico: ogni anno infatti scadono montagne di titoli di Stato e la distribuzione delle scadenze su un arco temporale lungo sarà una carta vincente in Eurolandia nei prossimi anni, in un mercato di titoli di Stato in euro intasato dal rifinanziamento dei costosi piani pubblici anti-crisi messi in atto tra il 2007 e il 2009 soprattutto da Germania, Francia e Olanda.

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