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IL PETROLIO TIENE BASSI GLI ENERGETICI

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I titoli energetici in Italia sono in ribasso, sulla scia del calo del prezzo del petrolio.

Uno dei fronti sui quali l’America sta preparando le sue carte nella risposta contro il terrorismo, è proprio quello del greggio.

La diplomazia USA sta convincendo i paesi produttori di greggio, riuniti in sede Opec, a tenere basso il prezzo del greggio.

Domani, mercoledì, si riunirà a Vienna l’organizzazione e, da quanto emerge da fonti vicine ai ministri che vi partecipano, “non è tempo ora di fare alcunché”.

Il prezzo del greggio con scadenza novembre ieri è caduto di $4 a $22,01: è stato il maggiore ribasso dai tempi della guerra del golfo.
“La pressione dell’America sui paesi Opec sta tenendo basse le quotazioni, all’interno, sembra, di un canale molto stretto intorno ai $21-$22 – conferma a Wall Street Italia l’analista di una primaria Sim milanese che per politica aziendale chiede di non essere citato – ciò sembrerebbe la prova di un’inversione di tendenza rispetto alla politica tenuta negli ultimi due anni, con il greggio mantenuto intorno ai $25”.

Bisogna poi considerare, aggiunge l’analista, che in sede Opec i meno filo-americani tra i paesi produttori sono Iran, Libia, Iraq.

Ma in un contesto come quello attuale anche questi paesi sono stati bene attenti, almeno finora, a non schierarsi contro gli Stati Uniti; per quanto riguarda l’Iraq in questo momento è fuori dalle logiche delle quote Opec.

Per Baghdad infatti quote e prezzi vengono decisi dall’ONU, nell’ambito dell’operazione “oil for food”.

A Piazza Affari ENI lascia il 2,55% a €11,51. Italgas perde il 2,97% a €9,39.