Stretta monetaria? Macche’. Le banche centrali non alzeranno nuovamente i tassi di interesse, al massimo torneranno a stampare moneta. Ecco perche’ e’ meglio stare alla larga da liquidita’ e obbligazioni a lunga scadenza. La pensa cosi’ l’autore di “The Gloom, Boom & Doom Report” Mark Faber, gestore noto nel mondo della finanza come uno dei piu’ ultra’, tra i ribassisti a tempo pieno. I listini azionari si manterranno in salute – dice Faver – ma i rischi si celano in un costante deprezzamento valutario. La soluzione per gli investitori: i metalli prezioni, considerati un modo per mettere al riparo i propri quattrini.
Qualche osservazione anche sulla crescita economica. Per Faber gli Stati Uniti, per quanto rappresentino ancora la principale economia mondiale, non stanno crescendo mentre i mercati emergenti continuano (e continueranno) a espandersi. “La gente in genere considera ancora le economie emergenti come i cugini poveri, ma dato che l’80% delle persone nel mondo vive la’, i consumi in termini aggregati sono enormi”, ha osservato il gestore.
Il merito di tanto sviluppo va legato, per Faber, agli sviluppi nell’urbanizzazione di India e Cina. Questo non significa che i mercati azionari siano destinati a salire nel breve periodo ma e’ cosa certa che in Asia nel lungo termine sara’ cosi’.
Gli Stati Uniti vantano pero’ un notevole vantaggio strategico rispetto alla Cina: “l’accesso a riserve di petrolio non solo americano ma anche di quello in Messico, Canada, Medio Oriente e a ovest dell’Africa”. Stando alle indicazioni dell’Energy Information Administration, il petrolio arrivera’ a quota $108 al barile entro il 2020 come conseguenza della ripresa economica e della domanda.