Il panico che ha attraversato le Borse europee dopo gli attentati terroristici negli Stati Uniti non ha ovviamente risparmiato i listini di Piazza Affari che già avevano tentennato nelle sedute precedenti per la generale sfiducia sull’economia mondiale ed europea e per il crollo dei telefonici.
Milano come le altre Borse europee ha scelto di non chiudere i listini, e, giusto o sbagliato che sia, ne ha pagato pesantemente le conseguenze.
Gli indici sono ormai ai livelli del febbraio 1998 con il Mibtel sotto i 20.000 punti e una capitalizzazione generale sotto di 150.000 miliardi rispetto a lunedì scorso.
A dare la misura della debacle i numeri: solo 12 titoli sui 399 del listino hanno chiusto la settimana in positivo.
Tra le blue chip chi ha perso di meno è Unicredit con -0,21% ed Enel con -0,27%.
Mentre Pirellina è addirittura salita del 2,91% dopo la diffusione dei dati semestrali e l’ingresso nel capitale di e.Biscom.
Il lunedì prima degli attentati proprio Tronchetti Proverà aveva fornito i dati su Pirelli (mentre il mercato penalizzava e probabilmente speculava) sul nuovo assetto del Gruppo Telecom.
Ma il titolo Pirelli ha comunque perso il 10,49%, Olivetti il 14,43%, Telecom il 14,41%, e Tim il 6,63%.
Solo le Tim risp si salvano con un +2,32% settimanale.
Ovviamente le conseguenze dei disastri americani si sono riversati in Borsa sui titoli assicurativi e delle compagnie aeree.
Alitalia ha perso il 22,69%, Mediolanum il 25,6%, mentre meno pesanti sono andate le Generali con un -6,94%.
Ma anche i ribassi dei bancari non scherzano.
Fideuram -27,6%, BiPopCarire -23%, Bnl -14%, Banca Roma -11,9%, San Paolo Imi -13,6%.
Crolli anche per L’Espresso a -23,2% sempre su base settimanale, per Seat a – 16,8% e per Mediaset a -16,8%.
Anche le Eni nonostante l’aumento del prezzo del petrolio hanno perso il 7,19%.