Advisory

Il consulente finanziario deve diventare educatore

Il professionista del risparmio deve contribuire  a diffondere cultura finanziaria ma i risparmiatori devono essere più ricettivi

di Ruggero Bertelli

Si parla molto di educazione finanziaria. A me piace parlare di cultura finanziaria. La differenza consiste nella consapevolezza che l’educazione finanziaria non basta o forse non è necessaria fino in fondo. Mi spiego.

Per prendere un medicinale che mi ha prescritto un medico non devo essere esperto di chimica. Può essere utile conoscere la differenza tra il cortisone, l’antibiotico e l’antinfiammatorio, ma è altrettanto chiaro che nel mio caso specifico, considerando il mio stato, la mia età, gli altri medicinali che prendo e altre mille cose, che non riesco nemmeno ad immaginare, solo un medico mi potrà veramente aiutare, fornendo la soluzione migliore. Non devo fare da solo. So che devo approfondire, rivolgermi ad un esperto abilitato all’esercizio della professione. E questa è cultura. Invece di andare a fare ricerche su internet, consultare l’enciclopedia medica, o cercare un amico con il mio stesso problema, devo andare dal medico; e devo fare tanta prevenzione, non fumare, cercare di muovermi, mangiare con attenzione, bere il giusto, non bere in determinati casi, ecc. Anche questa è cultura. In “finanza” esiste la stessa differenza.

Non è importante conoscere nel dettaglio il funzionamento dei mercati, la differenza tra azioni e obbligazioni, obbligazioni High Yield e investment grade, Etf e fondi comuni o Sicav, titoli di Stato e obbligazioni bancarie, sono troppe le sfumature perché queste conoscenze mi possano effettivamente essere utili, nel mio caso, date le mie esigenze, la composizione della mia famiglia, i miei investimenti attuali e altre mille cose. Devo rivolgermi ad un consulente finanziario … e fare previdenza, pianificazione finanziaria, coprirmi con le opportune assicurazioni, assumere comportamenti corretti nei confronti degli investimenti finanziari. E questa è cultura finanziaria. A mio parere, l’educazione finanziaria, interpretata come “prendere lezioni di finanza” non serve. Anzi fa passare il messaggio che con qualche nozione semplice posso fare da solo. E questo è certamente sbagliato.

Diffondere cultura finanziaria è estremamente importante: principi di funzionamento dell’economia, origine e ruolo del risparmio, perché il risparmio deve essere investito, come deve essere investito, il ruolo delle assicurazioni come atto di risparmio, la pianificazione finanziaria e patrimoniale per il benessere della famiglia e degli affetti. Sono grandi temi sui quali fare cultura. E poi … ci rivolgiamo ad un consulente finanziario, perché abbiamo compreso che è indispensabile. Come lo è il medico.

Chi deve contribuire a diffondere la cultura finanziaria?

Parlando di medicina, risponderei, senza dubbio: i medici. Intendiamoci, ci sono grandi divulgatori scientifici che si preparano professionalmente per questo ruolo. Coadiuvati da consulenti scientifici (medici ed esperti in comunicazione), creano strumenti comunicativi estremamente efficaci, che hanno un forte impatto sulla percezione delle persone coinvolte.

Sono meravigliose le trasmissioni radiofoniche dedicate a questi temi: mi viene in mente Nicoletta Carbone, che su Radio 24 conduce “Obiettivo salute”. Intervista medici, esperti delle materie trattate, selezionati con cura per le loro doti divulgative, oltre che per grandi capacità professionali, competenze ed esperienze sul campo, direttamente con i pazienti. Con attenzione e delicatezza riportano i comportamenti corretti e quelli sbagliati, stimolati dalle (apparentemente) ingenue domande della bravissima giornalista, che sottolinea gli aspetti comportamentali più rilevanti.

“Comunicare nozioni complesse in modo accessibile, accurato e creativo” si legge nella home page del Master in divulgazione scientifica dell’università di Siena. In “Finanza” occorre immaginare un percorso simile. La “consulenza finanziaria” è come la medicina. E i consulenti finanziari sono come i medici. Non esiste medicina senza medici, non esiste consulenza finanziaria senza consulenti. I medici portano il valore della scienza medica al “cliente” finale. I consulenti portano il valore delle scienze economiche e finanziarie al cliente finale.

Il ruolo dei consulenti finanziari.

Possono i consulenti finanziari contribuire a diffondere la cultura finanziaria? Sì, se godono di reputazione professionale forte e di indiscutibili conoscenze e competenze acquisite attraverso lo studio e l’esperienza sul campo.

Non è un caso se la Retail Investment Strategy  insiste sul punto delle competenze e conoscenze.

I comportamenti dei risparmiatori non dipendono solo dai consulenti, ma anche dal loro livello culturale in materia di “finanza”; così come i comportamenti degli esseri umani nei confronti della salute non dipendono solo dai medici, ma anche dalla loro cultura in tema di prevenzione.

Non ha importanza se lavora presso un ospedale pubblico o una clinica privata o se si tratta di un professionista autonomo: un medico è sempre un medico. Possiamo dire altrettanto del consulente finanziario? La mia risposta è che non ci sono alternative, deve essere così. Se così non è, bisogna fare in modo che lo sia.

 

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di aprile del magazine Wall Street Italia. Clicca qui per abbonarti