Società

IL CATTIVO ESEMPIO DELLO PSEUDO GOVERNATORE

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(WSI) – Molti anni fa un mio amico diventò per la prima (e ultima) volta ministro della Repubblica. Naturalmente si formò subito la fila dei compaesani alla ricerca di una raccomandazione. E arrivò anche il più noto fannullone del Bar Sport, il quale disse al neo-ministro: «Adesso che sei una persona potente, mi devi aiutare a realizzare il mio sogno». «E quale sarebbe?», chiese il ministro già un po´ preoccupato. «Voglio andare a lavorare a Torino, alla Fiat».

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«Ma tu non sai fare nulla, non hai mai fatto nulla. Che cosa vuoi andare a fare a Torino, che cosa gli dico io a quelli della Fiat?».
«Giusto», rispose l´altro. «Ci penso un paio di giorni e poi ti faccio sapere». Due giorni dopo, puntualissimo, si ripresentò e disse: «Ho trovato. Tu puoi dire a Torino che io posso fare il cattivo esempio. Quello da indicare agli altri perché non facciano come lui».

Ecco, anche noi in Italia abbiamo un cattivo esempio: si tratta del governatore della Banca d´Italia, Antonio Fazio. Giudizio eccessivo? Non credo. Basteranno un paio di annotazioni.

1. Si può partire da Gianpiero Fiorani, l´ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi. Fiorani era stato scelto molti anni fa da Fazio come banchiere emergente.

Oltre a concedere allo stesso Fiorani le autorizzazioni per incamerarsi un paio di dozzine di banche, il governatore si faceva vedere pubblicamente con lui, sottobraccio.
E non perdeva occasione per far sapere che Fiorani era il suo preferito, il futuro. Sul perché di questa scelta nessuno ha mai capito niente. Fiorani era un banchiere un po´ improvvisato, nato e cresciuto dentro la Lodi, non aveva mai lavorato per grandi istituti in Italia o all´estero. Di lui, inoltre, non si sono mai conosciuti grandi affari, se non la sua propria scalata al mondo bancario. Eppure, per anni il governatore lo ha portato in palmo di mano, preferendolo a banchieri di ben altra levatura.

L´unica spiegazione possibile è che Fiorani era un cattolico tutto casa e chiesa (almeno formalmente) come lo stesso Fazio. Comunque siano andate le cose, è certo che il governatore aveva scelto Fiorani per farne il capo del (nascente) quinto gruppo bancario italiano, da contrapporre alle grandi banche del Nord per limitarne il potere.

Bene, si è trattato del più clamoroso errore di persona mai commesso da un governatore della Banca d´Italia (che non avevano mai avuto, prima di Fazio, banchieri preferiti).

E´ bastata un´inchiesta della magistratura per convincere lo stesso Fiorani a sparire dalla circolazione nel giro di 60 giorni. E ogni mattina sul conto dello stesso Fiorani emergono sospetti di arricchimenti personali e di imbrogli assolutamente spaventosi. E, di sicuro, c´è un uso delle manovre finanziarie, al di là del lecito. Questo era l´uomo, fra tanti, scelto dal Governatore per essere il «suo» banchiere. Solo per questo errore, senza precedenti, Fazio dovrebbe sentirsi in dovere di togliere l´incomodo.

2 – La Banca Popolare di Lodi. In tutte le sedi possibili e immaginabili (compresa l´udienza davanti ai magistrati una decina di giorni fa) Fazio ha detto che ha suo tempo, in luglio, aveva autorizzato la Lodi a scalare l´Antonveneta perché c´erano gli indici di solvibilità. Perché, insomma, la Lodi era una banca con tutti i conti a posto e con i mezzi per fare quella scalata.
Persino dall´interno della Banca d´Italia s´erano sollevate delle perplessità. Ma il Governatore non ha mai voluto dare retta a alcuno. E è sempre andato dritto per la sua strada.

Solo che oggi Fiorani non è più al vertice della Lodi (diventata nel frattempo Popolare Italiana) e i nuovi amministratori ogni giorno scoprono operazioni finanziarie gigantesche (hedge fund) mai conosciute prima. La situazione è talmente complicata che lo stesso vertice della banca si è rivolto a Mediobanca perché l´aiuti a fare luce sui propri conti e sulla propria condizione finanziaria. E questo era l´istituto che aveva gli indici di solvibilità? Come mai una banca che ancora dieci giorni fa il governatore descriveva come solvibile e a posto è costretta (caso unico nella storia bancaria mondiale) a rivolgersi a un altro istituto perché l´aiuti a capire se è davvero solvibile oppure no?

E magari perché l´aiuti a disfarsi di un tremendo pacco di azioni Rcs (di Ricucci, ma finanziato da Lodi) che nessuno sa come vendere? In breve, si è mai vista una banca che non riesce a capire da sola quale è la sua situazione finanziaria?

Insomma, un secondo, enorme errore di Fazio, che a questo punto ben merita il titolo di «cattivo esempio». Per fortuna che in Italia non tutti gli alti servitori dello Stato sono come lui, altrimenti saremmo davvero fritti.

Ma non è finita. Ci sarebbe da porsi qualche domanda sul famoso servizio ispettivo della Banca d´Italia. Che nel caso della Lodi non ha visto nemmeno pagliuzze, dove c´erano delle travi. A scoprire tutto sono stati due magistrati, aiutati da tre o quattro finanzieri. Questa squadra nel giro di venti giorni ha scoperto quello che la Banca d´Italia non ha scoperto in anni di ispezioni. Come mai?

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