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I MERCATI FANNO FILOTTO MA ADESSO VIENE IL DIFFICILE

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*Pierpaolo Scandurra è Managing Director di www.certificatiederivati.it. I suoi commenti non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

(WSI) – Se il 2008 verrà ricordato per essere stato l’anno della crisi, il 2009 potrebbe passare alla storia per i record registrati dai listini azionari. Dopo aver segnato, a marzo, i livelli minimi degli ultimi tredici anni e aver piazzato , da quel bottom ad oggi, un rally che sfiora il 70%, sembra proprio che gli indici, e in particolare il FTSE Mib italico, abbiano deciso che per decreto non si possa più chiudere una seduta in negativo.

Per ritrovare un filotto di nove sedute consecutive di rialzo sull’indice di Piazza Affari, durante le quali si è passati dai 17836 punti del 10 luglio ai 20242 punti della chiusura di oggi, giovedì 23 luglio ( +13,48% la performance complessiva), bisogna tornare indietro di ben undici anni, ossia al mese di marzo 1998. In quell’occasione l’indice innescò la marcia dai 30285 punti della chiusura del 12 marzo e si fermò solo il 26 marzo, dopo dieci sedute consecutive in verde, a 34118 punti ( +12,65% la variazione assoluta).

Per la cronaca, dopo una pausa di un solo giorno, l’indice riprese a salire per altre cinque sedute arrivando a toccare i 37437 punti. Tornando ai giorni nostri, e in attesa di scoprire se l’indice riuscirà ad eguagliare il record stabilito undici anni fa, potrebbe essere giunto il momento di pensare a come mettere al riparo i propri investimenti azionari da un’eventuale, e sempre più temuto, scrollone estivo.

Il metodo più semplice per non ritrovarsi impelagati, neanche a dirlo, sarebbe quello di chiudere tutte le posizioni prima di mettersi in viaggio. Tuttavia, per chi non volesse proprio scendere da questo treno lanciato, un’idea potrebbe essere quella di sfruttare le caratteristiche degli strumenti che permettono di trarre profitto dal ribasso di un indice per coprire, e quindi congelare, parzialmente o totalmente la propria esposizione azionaria.

Sul Sedex, il segmento di Borsa Italiana dedicato agli strumenti derivati che poco o nulla hanno a che fare con i futures, sono quotati quattro Benchmark Short che offrono l’opportunità di replicare al ribasso gli indici FTSE Mib, DJ Eurostoxx 50, Nikkei 225 e S&P500. Nello specifico si tratta di certificati di investimento emessi da Banca IMI, con scadenza fissata per il prossimo 18 settembre ( il Nikkei invece ha una scadenza fissata per il 10 settembre), che si muovono in maniera inversa all’andamento degli indici a cui sono riferiti.

Visto il particolare quadro tecnico che si sta delineando sull’indice statunitense S&P500, prossimo all’avvicinamento della soglia psicologica dei 1000 punti abbandonata nel novembre 2008, e in virtù del fatto che anche in questi ultimi giorni la locomotiva del rialzo è stata trainata da Oltreoceano, potrebbe essere utile guardare proprio al Benchmark Short legato all’indice a stelle e strisce.

Facendo un passo indietro, si può analizzare il comportamento di questo certificato dal giorno della sua emissione (21 luglio 2008) ad oggi. L’indice S&P500 è passato da 1260 punti agli attuali 954 punti, registrando una performance negativa di circa il 24,3%, mentre il Benchmark Short è riuscito a trasformare tale calo in una performance positiva di circa il 42%. Il differenziale tra le due performance è da attribuire in gran parte all’esposizione valutaria a cui tale certificato implicitamente espone. Nello specifico il cross EUR/USD, nel periodo in esame, ha subito un deprezzamento pari al 9,4% che ha contribuito ad aumentare la performance del certificato.

Naturalmente è bene tenere conto che scegliendo un prodotto inversamente correlato con l’andamento di uno dei maggiori indici azionari mondiali, si corre il rischio di subire delle perdite qualora il trend rialzista dei mercati azionari continui a perdurare ( in caso di utilizzo dello strumento per copertura parziale di posizioni long , tuttavia, ci si ritroverebbe con un saldo positivo). L’esposizione di tale certificato anche al rischio cambio potrebbe però incidere in maniera negativa sulla performance finale dello stesso, in quanto un apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro potrebbe erodere o addirittura rendere negativi eventuali guadagni derivanti dalla posizione corta sull’indice S&P500.

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