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I 10 scenari che potrebbero spiazzare i mercati nel 2021, secondo Credit Suisse

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Le previsioni finanziarie sono elaborate, di norma, mettendo in conto gli scenari più probabili, siano essi politici, economici o, in questo particolare periodo storico, prefigurando gli scenari sanitari.
Capita più spesso di quanto non si voglia riconoscere, però, che degli sviluppi inattesi finiscano con il ribaltare gli scenari più logici nel momento in cui le previsioni venivano elaborate. Credit Suisse ha deciso, dunque, di stilare una lista nella quale i suoi 10 scenari “core”, quelli al momento più probabili, vengono affiancati da 10 possibili “sorprese”.

10 scenari, anche il ritorno del rischio Italia

Fra gli scenari alternativi sui quali gli investitori dovrebbero riflettere c’è anche il possibile “ritorno del rischio politico in Italia”, che è un modo alternativo per chiamare il ritorno al potere dei partiti “populisti”. A lasciare aperto questo scenario sono innanzitutto le difficoltà economiche del Paese:

“La crescita del Pil pro capite dell’Italia è stata la più bassa di qualsiasi altro paese dell’Eurozona nell’era pre-Covid… Inoltre, l’Italia ha visto il peggior andamento dei prezzi delle case di qualsiasi grande paese dell’Ue dal 2008, senza segni di inversione di tendenza”, hanno scritto gli analisti di Credit Suisse, “entrambe queste tendenze potrebbero comportare il rischio di un aumento del populismo, a nostro avviso, poiché è probabile che il lavoro e i prezzi delle case siano questioni importanti per molte persone”.

Fra le ragioni per le quali l’Italia avrebbe “limitate possibilità di migliorare il suo tasso di crescita”, secondo Credit Suisse, ci sarebbero i bassi livelli di istruzione secondaria, unita al fatto che negli scorsi anni il Paese non sarebbe riuscito a portare a compimento una “svalutazione interna”.
Con quest’ultimo termine si intende l’intervento di politica economica volto a ridurre salari e prezzi in modo da rendere la produzione più competitiva sui mercati internazionali.
Nel grafico in basso è possibile osservare il tasso di cambio reale depurato dal costo del lavoro per unità prodotta, che mette in evidenza come la competitività italiana (linea nera) non abbia seguito gli stessi trend di Paesi come Spagna, Irlanda e Grecia in seguito alla crisi del 2011.

Credit Suisse, tutte le 10 “sorprese” per il 2021

  1. L’azionario globale salirà del 30% vs visione principale che prevede un rialzo del 12% circa.
  2. Il comparto tech sottoperformerà la media del mercato vs una sovraperformance contenuta e selettiva
  3. I rendimenti dei Treasuries decennali passeranno al 2% vs uno scenario base che prevede un rialzo all’1,4%.
  4. Il comparto bancario registrerà le migliori prestazioni vs uno scenario che vede una sovraperformance più contenuta.
  5. Una crescita del Pil cinese inferiore al 5%, contro una visone base che prevede un’accelerazione al +7,1%
  6. Il dollaro si deprezzerà bruscamente sull’euro, arrivando a quota 1,35 entro metà 2021; la view principale prevede un cambio a 1,25.
  7. Ritorna il rischio politico su larga scala in Italia; la banca svizzera reputa più probabile che tali rischi rimangano contenuti e “che l’Ue continui il suo processo di integrazione attraverso la mutualizzazione del debito”.
  8. Il petrolio toccherà a 80 dollari al barile; vs la view principale a 60 dollari.
  9. Il Partito dei verdi dominerà l’agenda politica in Germania; vs le elezioni tedesche del settembre 2021 non saranno un evento di grande rischio.
  10. Il Giappone si rivelerà la regione nella quale si registreranno le migliori performance (in termini di dollari); contro uno scenario base nel quale l’azionario nipponico salirà “solo moderatamente”.