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Hacker “di un governo straniero” all’attacco del FMI

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Roma – Come se non bastasse l’allarme per l’attacco cibernetico contro i computer del Fondo Monetario Internazionale, Bloomberg riferisce che dietro la vicenda ci sarebbe qualcuno “legato a un governo straniero”. Sono state prelevate email e altri documenti sensibili prima che l’ex numero uno del fondo fosse arrestato per presunto stupro e sequestro di persona.

Secondo quanto riferito al New York Times da un portavoce del Fondo, l’FMI che ha accesso a informazioni sensibili di molte Nazioni, e’ stato colpito negli ultimi mesi da quello che gli esperti informatici hanno definito un attacco sofisticato su larga scala. Probabilmente si e’ trattato di phishing. Il fondo e’ tuttavia pienamente operativo ed e’ stata aperta un’indagine.

Sull’attacco cibernetico indaga anche l’Fbi Secondo Tom Kellerman, esperto di sicurezza cibernetica che ha lavorato con l’Fmi e la Banca mondiale, l’obiettivo Sarebbe quello di installare un software che dia lo status di nazione ad un ‘intruso digitale’.

Fischer e’ un economista di alto rango, un ebreo americano, naturalizzato israeliano. Nato in Rhodesia (l’attuale Zambia) 67 anni fa, laureato alla London School of Economics, Fischer e’ di origini ebraiche ma ha vissuto quasi sempre negli Usa.

Nel 2005 ha preso la nazionalita’ israeliana per diventare governatore della Banca d’Israle. Il suo curriculum e’ prestigioso: professore del Mit, autore di due testi base di macroeconomia per le universita’ Usa, relatore alle tesi universitarie dell’attuale Governatore della Fed, Ben Bernankee di Greg Mankiw, ex consigliere economico del presidente Usa George W. Bush.

Nel 1988 Fischer lascia la carriera accademica per scalare le grandi istituzioni economiche internazionali: dal 1988 al 1990 e’ vice presidente e capo economista della Banca mondiale, poi diventa il numero due di nomina americana del Fondo monetario internazionale, dove resta dal settembre 1994 all’agosto 2001.

Al Fmi gestisce in prima persona la crisiasiatica, costringendo molti paesi dell’est a drastiche cure dimagranti. Per questo non e’ amato in Asia e ovviamente nemmeno dai paesi arabi, che non gradiscono la sua origine ebraica. Probabilmente saranno proprio queste inimicizie, piu’che l’eccellente curriculum a impedirgli di battere la strafavorita Lagarde. Altro handicap l’eta’: ha 67 anni e per statuto l’Fmi prevede che nessuno possa nominato direttore generale dopo i 65 anni e che nessuno possa restare in quel posto (il mandato e’ di 5 anni) oltre i 70 anni.