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Guerra valutaria: paesi G7 se ne laveranno le mani?

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New York (WSI) – Semaforo verde al continuo deprezzamento dello yen? Atteggiamento da Ponzio Pilato? Difficile capire quelli che sono gli obiettivi del G7. Sicuramente, stando al comunicato, le 7 grandi potenze della terra non sembrano preoccupate dallo spettro della guerra valutaria, in quanto riaffermano l’impegno a “tassi di cambio determinati dal mercato”.

I 7 precisano di esesre contro ogni manipolazione e sottolineano che devono essere i mercati a stabilire i valori delle monete. “Noi, ministri e capi di stato, confermiamo che le nostre politiche monetarie e fiscali sono e rimarranno orientate verso il perseguimento dei nostri rispettivi obiettivi domestici, attraverso l’utilizzo di strumenti domestici, e che non avremo come target i tassi di cambio”.

“Siamo concordi sul fatto che una volatilità eccessiva e movimenti disordinati nei tassi di cambio possano avere implicazioni negative sulla stabilità economica e finanziaria. Continueremo a consultarci da vicino riguardo ai mercati valutari e a cooperare in modo appropriato”.

Poco dopo la diffusione del comunicato, l’euro rimane piatto sul dollaro a $1,3401, cos’ come anche il rapporto dollaro/yen è fermo a JPY 94,28.

Ma in generale, sui mercati, gli investitori continuano a scommettere su un ulteriore deprezzamento della valuta nipponica. Come potrebbe essere diversamente, visto che il Giappone è pronto a nuove iniezioni di liquidità per rivitalizzare la propria economia? Lo yen ha testato il valore minimo dal maggio del 2010 e la sua corsa al ribasso non trova ostacoli sul mercato. Sicuramente non la trova nella Bce, che continua a rimanere con le mani in mano. Tanto che l’euro, a parte la recente fase ribassista, ha inanellato dagli inizi dell’anno guadagni da economia dai fondamentali più che solidi. Peccato invece che sia inveec tutto il contrario.