Società

“Grillo, ma chi te lo fa fare?”

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Beppe Grillo confessa che ogni tanto anche lui si domanda chi glielo fa fare, e che ormai neanche il cane scondinzola quando lo vede. Tutto nero su bianco, anzi sul web del suo blog dove il leader del movimento 5 Stelle si lascia andare a una riflessione intimista quel tanto che basta per poi ‘riprendersi’ con un autoesaltante “sono un pazzo della democrazia”. “Mia moglie – scrive nel post dal titolo ‘Cercasi camper disperatamente’ – mi guarda ormai come se fossi un folle. Persino il mio cane non scodinzola piu’, quando ritorno a casa se ne va in cucina. Gli amici, quelli li ho persi da un pezzo. ‘Grillo, cosa ti sei messo in testa?’ ‘Torna a fare il comico’.

E ancora: “Allo specchio mi vedo un po’ piu’ vecchio, le rughe mi donano, ma incominciano a seccarmi. Quella faccia riflessa mi nquieta. ‘Dove vuole arrivare questo individuo?’ mi chiedo. ‘Mi vuole rovinare la vita!’. E’ un alieno che e’ entrato nel mio corpo per distruggermi. ‘Quando e’ successo? Mi devo essere distratto un attimo’”.

La riflessione continua: “Capisco che e’ troppo tardi per tornare indietro, per ritirarmi in un tranquillo tramonto. Belin lavoro da quarant’anni. Sono diffamato dai giornali ‘Populista, riccastro con le barche, pluriomicida, il ferrarino in garage demagogo da tastiera, blogger andato a puttane’ e querelato a giorni alterni da sedicenti imprenditori e politici”.

Grillo ricorda: “Pago tre avvocati a tempo pieno. ‘Grillo, chi te lo fa fare? Vai in Francia o in Svizzera e goditi la vecchiaia e i figli’. Quanti me lo ripetono… Di figli ne ho sei e a loro, in effetti, dovrei dedicare piu’ tempo, e se mi trasferissi a Nizza o a Lugano nessuno mi romperebbe piu’…”.

Un giorno, e’ il suo timore, “ritornero’ a Nervi, non riusciro’ ad aprire la porta perche’ avranno cambiato la serratura e trovero’ fuori le mie valige pronte’. Grillo, venditi! Sei ancora in tempo!’. Non posso, ragazzi, non posso”. “Non e’ neppure -prosegue- piu’ una questione di dignita’. E’ che proprio non ci riesco. Sono entrato in una fase irreversibile. Deve essere il richiamo dell’ignoto, dell’impresa mai tentata prima di una democrazia in un Paese di servi. La politica dal basso…”.