Società

Grecia: Syriza primo partito, ma senza maggioranza assoluta

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Presteranno giuramento tra poco i membri della nuova squadra di governo a interim che andrà a sostituire quella dell’ex premier Alexis Tsipras e che gestirà i problemi della Grecia, in attesa delle elezioni fissate per il prossimo 20 settembre.

La grande novità è sicuramente il premier, prima donna in quasi 200 anni dell’era moderna della Grecia che ricoprirà una tale carica.

Si tratta di Vassiliki Thanou, numero della Corte Suprema della Grecia. Nominato il ministro delle finanze Yorgas Houliaràkis.

Falliti i tentativi di Panagiotis Lafazanis, leader del partito di estrema sinistra Unità Popolare – nato dalla spaccatura interna al partito Syriza – di formare un governo.

L’esodo da Syriza, tra l’altro, continua: nella giornata di mercoledì sono stati ben 53 i membri della sua Commissione centrale a rassegnare le dimissioni. Cresce parallelamente la popolarità del nuovo partito formato dagli ex ribelli di Syriza che, secondo il tabloid tedesco Bold, avrebbe un consensus dell’8%.

Arriva intanto l’ennesimo attacco dell’ex ministro delle finanze Yanis Varoufakis all’ex premier Tsipras, ormai disprezzato da molti per aver consegnato la Grecia alla troika.

Varoufakis lo ha paragonato a un Sisifo moderno. “Il partito che ho servito e il leader che ho servito hanno deciso di cambiare completamente rotta e di sposare una politica economica che non ha assolutamente senso, e che ci è stata imposta”, ha detto in un’intervista rilasciata alla ABC australiana.

Così come la figura mitologica di Sisifo, Tsipras ha deciso di “continuare a trasportare lo stesso masso di austerity sulla collina, contro le leggi dell’economia e contro principi di etica molto profondi”.

Ma era stato lo stesso Tsipras ad attaccare Varoufakis in una delle sue dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi, in quella che ha tutti i presupposti per essere una campagna elettorale molto accesa.

Tsipras ha detto che Varoufakis ha perso credibilità con i creditori e all’inizio di questa settimana anche Syriza ha reso ben chiara la propria posizione, sottolineando che il professore di economia non è il benvenuto nel partito.

Nonostante la forte spaccatura al suo interno, Syriza vincerebbe comunque le elezioni, anche se con un margine ridotto. Il sondaggio condotto da ProRata mette sì in evidenza che il sostegno è sceso dal 26% a inizio luglio al 23%; tuttavia Syriza rimane il primo partito, nonostante la maggiore popolarità del partito di centro destra Nuova Democratia, +4,5% al 19,5%.

La maggioranza dei greci – 64% – è comunque contraria alla decisione a sorpresa di Tsipras di indire elezioni anticipate: una manovra che potrebbe ritorcersi contro il partito, nel caso in cui non ottenesse la maggioranza assoluta. E per ora i numeri sono tutti a sfavore di Tsipras, dal momento che l’alleato Greci Indipendenti – che sarebbe disponibile a formare un governo con Tsipras – si è aggiudicato appena il 2%. Tutto ciò significa che Syriza sarebbe costretta a trovare un altro partner per formare una coalizione di governo.

A tal proposito Stavros Theodorakis, leader del partito di centro To Potami, ha confermato tra l’altro che Tsipras si rifiuta di cooperare con i partiti pro euro. “Il rischio è che se Syriza non otterrà la maggioranza assoluta in Parlamento, e se i suoi alleati non riescono a entrare in Parlamento, allora ci saranno nuove elezioni, a novembre e dicembre”.

Intanto il sondaggio mette in evidenza che per il 68% dei greci la Grecia deve rimanere nell’euro a tutti i costi, anche se questo significherebbe maggiore austerità.

Syriza dunque ha perso punti rispetto all’ultimo sondaggio di inizio luglio

The previous ProRata poll in early July showed a wider gap in Syriza’s favour, putting the party on 26 percent compared with 15 percent for New Democracy.

Based on the survey, 64 percent of Greeks believe Tsipras’s move to call snap polls was wrong, while 68 percent agreed that Greece must stay in the euro zone at any cost, even if that meant further austerity.

“The answers to these two questions lead to the conclusion that early elections may cost the (former) prime minister and Syriza,” the newspaper said.

RELATED COVERAGE

(Lna)