Società

Grecia: parlamento vota si’ al piano tra le fiamme

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Atene – Il parlamento greco ha approvato il nuovo cruciale piano di misure di austerita’, aprendo la strada agli aiuti di Ue e Fmi fondamentali per tenere in vita il paese. I prestiti delle autorita’ internazionali eviteranno al debito sovrano di Atene di cadere in default il mese prossimo.

Il piano decisamente impopolare da 28 miliardi di euro in cinque anni che prevede tagli e un incremento delle tasse e’ stato appoggiato dalla maggioranza dei 300 membri con un seggio in Parlamento (155 voti, ovvero quattro voti di margine). Hanno votato a favore anche il membro del partito socialista Alexandros Athanassiadis, che in precedenza aveva invece espresso parere contrario.

L’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale hanno chiesto l’approvazione delle misure di austerity come condizione indispensabile per la concessione dei 12 miliardi di euro di aiuti promessi nell’ambito del secondo piano di salvataggio del paese indebitato. Senza quei fondi, la Grecia cadrebbe in default a meta’ luglio.

Il voto si e’ tenuto mente all’esterno del palazzo Syntagma si scontrano le forze dell’ordine e i manifestanti che stanno esprimendo la loro collera contro il piano di austerity, in contemporanea con uno sciopero generale di 48 ore iniziato ieri che sta paralizzando l’intero paese.
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Intanto a Berlino la cancelliera tedesca, Angela Merkel e il ministro delle Finanze, Wolfang Schaeuble hanno incrociato le spade con Josej Ackermann, il potente numero uno dei Deutsche Bank, uno dei piu’ influenti banchieri internazionali. Lo scontro si e’ svolto nel corso un convegno sulla regolamentazione finanziaria nella capitale tedesca e ha avuto toni accesi.

Schaeuble ha lanciato l’allarme sugli istituti “too big to fail” e sui mercati finanziari non regolati, la cosiddetta’ ‘finanza ombra’. Ackermann ha replicato sostenendo che misure unilaterali da parte della Germania danneggerebbero la competitivita’ del sistema bancario tedesco e ha detto che una tassa sulle transazioni finanziarie costerebbe circa 700 miliardi di euro dopo le tasse alle banche.

La tassa, che anderebbe a colpire soprattutto le banche tedesche, dovrebbe servire a costituire un fondo anti-crisi che dovrebbe alleviare il peso dei salvataggi che pesa sulle spalle dei contribuenti. Ackermann ha poi avvertito che il coinvolgimento dei privati nel salvataggio greco sarebbe anch’esso molto costoso per il sistema bancario e in particolare per grandi banche come Deutsche Bank.

Schaeuble e’ uno dei principali sostenitori del coinvolfgimento delle banche nel nuovo salvataggio della Grecia. La Merkel nel corso del convegno ha detto che una nuova crisi finanziaria rischia di minacciare la stabilita’ politica e ha chiesto piu’ trasparenza nel settore dei credit default swaps.