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Grecia in quasi default privatizza: e’ lo stesso film dell’Italia nel ’92

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La Grecia ha dato il via al piano di privatizzazioni e i greci perderanno la proprietà di tanti beni dello Stato. La pressione martellante della speculazione finanziaria sui tassi del debito di Atene, fatti salire a livelli insostenibili, ha convinto il premier socialista George Papandreu di non avere alternative. Anche perché l’Ue ha condizionato la concessione di nuovi aiuti del fondo salva-Stati dell’Eurozona proprio alle privatizzazioni.

L’obiettivo è di incassare 50 miliardi di euro e di usarli per ridurre il debito pubblico di circa il 20%. Ma la quasi insolvenza della Grecia non sembra favorire le vendite al miglior prezzo e si prevedono rischi di svendite. Sembra di rivedere un film già visto in Italia, che generò seri dubbi sulla possibilità di ridurre strutturalmente il debito pubblico con gli introiti una tantum delle privatizzazioni.

Era il 1992. Banche d’affari e fondi speculativi attaccarono la lira provocando una pesante svalutazione e prosciugando le riserve valutarie della Banca d’Italia di Carlo Azeglio Ciampi. I tassi dei titoli di Stato schizzarono all’insù e gli speculatori incamerarono guadagni colossali. La conseguenza fu il ricorso alle privatizzazioni, che portò lo Stato italiano a vendere progressivamente dalle autostrade alle banche, da quote delle società energetiche fino al patrimonio immobiliare.

Alcune banche d’affari straniere (proprio come starebbe avvenendo in Grecia), dopo aver incassato con le speculazioni, guadagnarono verosimilmente pure con le privatizzazioni. Gli introiti arrivati dalle cessioni sono poi svaniti nella voragine della spesa pubblica fuori controllo. L’affare spesso ]’hanno fatto solo i compratori e le banche straniere intermediarie. Il debito pubblico italiano è risalito intorno al 120% del Pil ed è il più alto dell’Eurozona. I cittadini si sono ritrovati con l’enorme esposizione a carico e senza la proprietà di grandi aziende e immobili dello Stato, che a volte garantivano un ottimo reddito.

I governi di centrodestra e di centrosinistra hanno la responsabilità dell’evaporazione di un ingente patrimonio pubblico e dell’incapacità di frenare l’indebitamento, che evidentemente andrebbe ridotto strutturalmente con una oculata gestione della spesa pubblica, eliminando gli sprechi e la corruzione, recuperando l’evasione fiscale, stimolando la crescita. Dopo il 1992 circolava informalmente l’ipotesi che guadagni delle speculazioni contro la lira sarebbero stati addirittura usati per finanziare l’acquisto di aziende da privatizzare. Si sarebbero rilevati beni pubblici grazie ai soldi tolti allo Stato stesso.

La teoria del complotto vedeva ombre perfino nella famosa mini-crociera sul panfilo reale Britannia, che sponsorizzava le privatizzazioni. Anche in Grecia ora appare teoricamente possibile che introiti delle speculazioni contro i titoli di Stato ellenici possano finanziarie l’acquisto di aeroporti, ferrovie, società di gioco d’azzard o o energetiche. Potrebbero così spuntare, sull’asse Roma-Atene, similitudini anche nei sospetti (pur finora mai provati).

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