Società

Governo iniquo: più tasse, più sacrifici (e finiremo in recessione)

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Manovra da 30 miliardi, Irpef non cambia. Monti: chiamatelo ‘decreto salva-Italia’. Fornero parla di sacrifici e si commuove. Stretta sulle pensioni. Tagli ai costi politica. Premier: “Crisi gravissima”. “Rinuncio al mio stipendio”. Torna l’Ici. Iva sale da metà 2012. Una tantum su capitali scudati. Via giunte provinciali. Ma il primo giudizio a caldo e’: troppe tasse sulla classe media, pochi tagli agli sprechi, zero crescita, depressione sicura.

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di Federico Garimberti (Ansa)

ROMA – ”Chiamatelo decreto salva-Italia”. E’ un Mario Monti determinato a convincere il Paese che la manovra da 30 miliardi lordi (20 di correzione) non solo e’ l’unico modo per non far precipitare l’Italia, ma e’ anche piu’ equa e giusta di quanto non sia stata dipinta perche’ non e’ di sole tasse e soprattutto non colpisce i soliti noti.

Non e’ un caso che aprendo la conferenza stampa – tenuta in una sede della presidenza del Consiglio dei ministri e dove arriva a piedi trovando il sostegno di diversi passanti – si rivolga direttamente ai cittadini italiani. Vuole dare il senso dell’urgenza e ci riesce. Ma anche della massima trasparenza spiegando che tutti i membri del governo dichiareranno per intero i patrimoni e non solo quello che prevede l’attuale modulistica. Parla di crisi ”gravissima”; della necessita’ di salvare i ”sacrifici di almeno quattro generazioni”.

Spiega che il debito pubblico, vero fardello che impone la manovra, non e’ colpa degli europei ma degli ”italiani” che non hanno guardato all’interesse delle future generazioni. Insiste sul taglio ai costi della politica contenuti nel decreto legge, citando in particolare l’eliminazione dei consigli provinciali e il ridimensionamento delle Authority, aggiungendo che il governo non si fermera’ qui. Ma soprattutto annuncia di voler rinunciare al suo stipendio da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia, eliminando le doppie retribuzioni per tutti i membri dell’Esecutivo. Non a quello di senatore a vita, ammette, ma solo perche’ al momento non sa se sia possibile. L’intento di avere il sostegno degli italiani e’ evidente. Solo cosi’ potra’ superare lo scoglio parlamentare. Con i partiti, l’obiettivo – come ammette lui stesso – e’ scontentare tutti in egual misura.

L’unica grossa concessione e’ quella di far saltare l’aumento dell’Irpef presente in diverse bozze e fortemente avversato da Pdl, Pd e persino dal Terzo Polo. Qualcuno sospetta persino che fin dall’inizio non lo volesse e che il premier lo avesse messo sul piatto solo per far passare il resto. Il professore dosa bene il bilancino. Al Pdl consente di poter dire che non c’e’ una patrimoniale e che l’Irpef non sara’ piu’ salata, ma impone il ritorno dell’Ici sulla prima casa, un salasso sulle altre e delle liberalizzazioni che a livello parlamentare saranno difficilmente digeribili.

Al Pd permette di festeggiare per la tassazione dei capitali scudati, ma la riforma delle pensioni e’ durissima, come dimostra l’ira dei sindacati. Al Terzo Polo ‘regala’ l’eliminazione dei tagli lineari previsti nella delega fiscale, sostituiti con un eventuale aumento dell’Iva. Ma sono modifiche che non intaccano la struttura di una manovra che resta molto pesante. Soprattutto sul fronte delicatissimo delle pensioni. Tanto che la stessa Elsa Fornero si commuove alla parola ”sacrifici”. Monti invece resta impassibile e illustra con grande calma i provvedimenti, dando la parola come un professore fa con gli alunni ai diversi ministri che lo accompagnano.

Ma soprattutto dosa bene allarmi e ottimismo. Sottolinea la necessita’ di ”tirare la cinghia”, ma anche le misure per rilanciare la crescita. Parla di misure incisive sul fisco, di sacrifici distribuiti con equita’. Del bisogno che l’Italia torni ad essere orgoglioso, non ”derisa” nel mondo. Nega che si tratti di una manovra di sole tasse o che colpisca i ”soliti noti”. Quanto al futuro del decreto, Monti si affida al ”senso di responsabilita”’ dei partiti, pur non escludendo il ricorso alla fiducia. Ricorda a tutti che la vita dell’esecutivo non termina con il varo della manovra. Ma quando gli chiedono se non veda un futuro in politica dice che probabilmente al termine di questa esperienza ”ne avra’ abbastanza”.

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ROMA – Via libera del governo alla manovra. Arriva una stretta sulle pensioni, l’introduzione dell’Imu sulla prima casa, non c’è invece l’aumento dell’Irpef.
L’intera manovra approvata oggi dal Consiglio dei ministri, del valore di 30 miliardi, è contenuta in un unico decreto legge, che il premier Mario Monti ha definito nel corso di una conferenza stampa «salva-Italia». «Insieme ce la faremo», ha garantito il premier.

«È sbagliato dire è tutta tasse: tasse ci sono certamente, ma quello che abbiamo fatto, ad esempio, in termini di riduzione del riequilibrio del carico pensionistico è in una direzione strutturalmente corretta», ha detto Monti illustrando la manova.

«Il governo ha ricevuto il mandato» dal Parlamento ad «aiutare l’Italia a uscire da una crisi gravissima», ha spiegato Monti, sottolineando che il governo ha preso «provedimenti incisivi sull’evasione fiscale».

«Abbiamo dato un peso molto particolare all’equità, abbiamo dovuto distribuire dei sacrifici ma abbiamo avuto grande cura a distribuirlo in modo equo», ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio. «Noi vogliamo un’ Italia orgogliosa, e che gli italiani non si sentano derisi come accaduto in passato», ha aggiunto.

«Per certi aspetti abbiamo da tirare la cinghia e per altri mettiamo subito in opera meccanismi per la crescita dell’Italia», ha poi sottolineato il premier, facendo riferimento a provvedimenti in favore di donne, giovani, per una migliore coesione territoriale e per lo sviluppo del mezzogiorno.

Tagli ai costi della politica. «Abbiamo adottato misure per ridurre da subito i costi della politica», ha affermato Monti, citando in particolare l’abolizione delle giunte provinciali.

La manovra prevede una misura una tantum: il pagamento di una imposta dell’1,5% sui capitali che hanno utilizzato lo scudo fiscale. Monti ha spiegato che si tratterà di «un intervento una tantum pari all’importo del bollo dell’1,5% per i capitali fatti rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Questi interventi hanno un valore di giustizia».

«Una misura di lotta all’evasione è una non misura: i non condoni». La manovra, ha detto, prevede diverse misure per la lotta all’evasione, con il presupposto di «escludere la possibilità stessa di evadere». Allo stesso tempo «è esclusa ogni possibilità di ricorrere a condoni», ha assicurato Monti. «Una misura di lotta all’evasione è una non misura: i non condoni», ha ribadito Monti. Non ci sarà una patrimoniale, che secondo Monti non avrebbe portato gettito nell’immediato e avrebbe fatto fuggire i capitali all’estero.

La soglia per la tracciabilità è fissata a 1.000 euro, prevede poi la manovra. Il viceministro all’Economia Vittorio Grilli ha spiegato che è intenzione del governo sollecitare il mondo bancario a prevedere una «revisione delle commissioni per i pagamenti elettronici». «È importante – ha continuato – garantire ai cittadini che non ci saranno oneri aggiuntivi per la tracciabilità».

Arriva l’Imu sulla prima casa, salgono estimi catastali. Arriva nel 2012 l’imposta municipale (Imu) e riguarda anche «l’abitazione principale e le pertinenze della stessa». L’aliquota ordinaria è dello 0,76%, mentre per l’abitazione principale è ridotta allo 0,4%. Gli estimi vengono rivisti «verso l’alto per avvicinarsi al valore di mercato, con un aumento intorno al 60%».

«Aumento significativo del prelievo tributario sulla casa che ha diverse componenti: una parte rilevante resta nella proprietà dei Comuni, un’altra parte invece viene acquisita dallo Stato», ha precisato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. «Per i comuni l’espansione della loro capacità di prelievo sul patrimonio immobiliare svolge una funzione molto rilevante», ha proseguito spiegando che si vuole realizzare sempre di più «l’autonomia finanziaria dei Comuni».

L’aumento dell’Iva scatterà «a partire dal secondo semestre del 2012», ha precisato Giarda.

Meno Irap. «Abbiamo deciso di defiscalizzare l’impatto dell’Irap su risultati delle imprese», ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico e delle infrastrutture, Corrado Passera.

Garanzia dello Stato per le banche. Il ministero dell’Economia «fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dal 1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite».

Ridotto numero componenti autorità indipendenti. «Abbiamo anche ridotto il numero dei componenti delle otto Autorità indipendenti delle agenzie amministativa da complessivi 50 membri a 28, compresi i presidenti».

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ROMA – L’incontro tra Governo e parti sociali è stato “positivo e incoraggiante”: lo avrebbe detto il presidente del Consiglio Mario Monti secondo quanto riferito da partecipanti nella sua replica al termine della riunione. “Nelle prossime ore – avrebbe detto – cercherò di trasmettere reale situazione grave al Paese ma anche fiducia che ce la possiamo fare”. “Tutti voi avete osservato – ha aggiunto Monti – che nei nostri interventi c’e una parte non detta: quella fiscale. Su questo aspetto si misura il tasso di equità. Non lo abbiamo fatto solo per riservatezza, ma perché vi abbiamo voluto ascoltare così’ da orientare anche le nostre scelte. Credo che nella parte riguardante la famiglia e il prelievo sul lavoro troverete, nei provvedimenti, traccia di questa riunione”.

La manovra vale in tutto 24 miliardi al lordo della delega fiscale, avrebbe detto il presidente del Consiglio Mario Monti. Il premier ha ribadito che si tratterà di una manovra di “rigore, equità e sviluppò e che ci saranno interventi strutturali in diversi campi.

Tre i punti sui quali interviene la manovra: bilancio pubblico, previdenza e sviluppo. Monti ha annunciato che gli interventi sul mercato del lavoro arriveranno “più avanti” perche’ in questo settore è ”essenziale concertare”. Prima del mandato, aggiunge, “sono stato colpito dalla consapevolezza della crisi che hanno avuto le parti sociali. Da allora la situazione è peggiorata”.

Il Governo cercherà di “alleviare il cuneo fiscale” sul lavoro. Monti ha detto che sarà intensificata la lotta all’evasione fiscale.

Il Governo ha inoltre previsto l’estensione del metodo contributivo pro rata per il calcolo della pensione per tutti, avrebbe detto il ministro del Welfare, Elsa Fornero. Il Governo abolirà le finestre mobili per l’accesso alla pensione perché sono un “bizantinismo inutile”. E’ in arrivo invece una fascia di flessibilità per l’uscita verso la pensione con assegni più bassi per chi esce prima. La pensione di anzianità a qualsiasi età si raggiungerà a 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne, avrebbe aggiunto. La convergenza tra uomini e donne per l’età di vecchiaia a 65 anni sarà raggiunta nel 2018.

L’adeguamento delle pensioni in essere all’inflazione sarà congelato per il 2012 ma saranno salve le pensioni al minimo. La rivalutazione piena rispetto all’inflazione nel 2012 sarà prevista solo per le pensioni fino a 486 euro. Lo si apprende da partecipanti alla riunione tra Governo e parti sociali sulla manovra a palazzo Chigi. Ci sarà una rivalutazione parziale per quelle tra 486 euro e 936 euro al mese mentre per gli assegni superiori ci sarà il totale congelamento rispetto all’inflazione.

”Siamo di fronte a una alternativa tra la situazione attuale, con i sacrifici richiesti e una situazione di uno Stato insolvente, di un euro distrutto magari per infamia dell’Italia”, ha detto Monti nella replica finale durante l’incontro con le parti sociali, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti.

Il ministro Corrado Passera avrebbe annunciato durante l’incontro con le parti sociali le misure per lo sviluppo. Tra queste un provvedimento che favorisca la patrimonializzazione delle imprese; la defiscalizzazione a fini Irap sulla parte che riguarda il lavoro; nuovo credito per i fondi di garanzia delle Pmi, che “a regime vale qualche decina di miliardi”. Infine, per l’internazionalizzazione, il “nuovo Ice” e interventi per il risparmio energetico.

“Il bivio è tra una manovra pesante oggi ed il rischio di un fallimento domani”, dice Angelino Alfano, segretario del Pdl ospite di SKYTG24.

Il Consiglio dei ministri per il varo della manovra è convocato per oggi alle 16 . E’ quanto si apprende da fonti di governo.

BERSANI, LEGA NON ACCENDA MICCIA – “Non si azzardi la Lega ad accendere con la miccia le polveri che ci ha messo sotto i piedi”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta gli esiti e le reazioni delle forze politiche alla manovra annunciata dal governo.

“Lo si chiami come si vuole ma è necessario introdurre il principio del concorso dei patrimoni” tra le misure che costituiscono la manovra economica. Lo dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando agli Stati generali della cultura organizzato alle Officine Marconi di Roma.

“Se siamo di fronte ad un rischio default, al fallimento è perché qualcuno ci ha portato fin qui”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parla del momento “drammatico” a cui è arrivato il Paese e ricorda: “Potevamo non esserci se non fosse che ci hanno sempre detto che tutto andava bene. Ma noi – sottolinea – non ci abbiamo mai creduto”. Per il leader del Pd, quindi, è ora necessario “tenere il timone e i nervi saldi e trasmettere con trasparenza al Paese il nostro punto di vista”.

TAGLI DA 5 MLD A REGIONI ED ENTI LOCALI – Ammonterebbero a cinque miliardi i tagli che il governo si appresterebbe a fare nei confronti delle regioni e degli enti locali. E’ quanto avrebbe riferito ai presidenti di Regione e ai sindaci, secondo quanto si apprende, durante la riunione in corso a Palazzo Chigi, il ministro per i Rapporto con il Parlamento Piero Giarda. I tagli graverebbero, a quanto si apprende, per 1 miliardo e 400 milioni sui comuni e per 500 milioni sulle province. Per quanto riguarda i comuni, i minori tagli sarebbero commisurati all’imponibile Imu (Imposta municipale unica). Per quanto riguarda invece le province, starebbe a loro decidere come suddividere il taglio da 500 milioni.

PER RIFORMA FISCALE POSSIBILE AUMENTO IVA 2013 – LA riforma fiscale prevista dalla delega, già in Parlamento, potrebbe essere finanziata con un aumento dell’Iva di 2 punti nel 2013. Lo ha detto il governo agli enti locali spiegando che se non riuscirà a recuperare nel 2013 le risorse previste dalla delega fiscale (per la quale sono previsti i tagli del 20% delle agevolazioni fiscali e assistenziali) allora si potrebbe decidere un aumento di due punti percentuali dell’Iva. Il gettito previsto sarebbe, in questo caso, di 16 miliardi.

AUMENTO BOLLO CONTO CORRENTI E CONTO TITOLI – Un intervento sui patrimoni è previsto tramite il riaggiustamento dei bolli che si applicano sui conto correnti e il conto titoli. Lo ha detto, secondo quanto riportano fonti presenti all’incontro con gli enti locali, il ministro dei rapporti con il parlamento Piero Giarda.

ABOLITE QUOTE ANZIANITA’ – Le quote per le uscite per la pensione di anzianità sono state abolite. Lo riferiscono tecnici che stanno lavorando alla manovra. Si uscirà solo con 41-42 anni di contributi. La quota al momento in vigore era 96 tra età anagrafica e contributi con un minimo di età di 60 anni. Sulla quota doveva salire a 97 per i dipendenti nel 2013. Secondo quanto si è appreso da tecnici che stanno lavorando alla manovra le quote per la pensione di anzianità sono abolite e nel 2012 si potrà uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia solo con 41 anni di contributi se donne e 42 anni di contributi se uomini.