Società

Governo incontra l’alta finanza e dice: “politica irrilevante”

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Roma – Qualunque formazione politica si sia succeduta al governo dell’Italia da vent’anni a questa parte, l’andamento del bilancio dello Stato non e’ minimamente cambiato.

La riflessione viene dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, che ha partecipato all’incontro del think tank Cultura Etica e Finanza, cui hanno preso parte anche rappresentanti dell’alta finanza, intellettuali, Assoedilizia e l’Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.

Durante l’intervento presso banca Intesa, Giarda ha fatto un’analisi dettagliata delle politiche degli Anni 90 (periodo di prevalenza dei governi di centro sinistra) e degli anni 2000 (periodo di prevalenza dei governi di centro destra), da cui e’ emerso un paragone rilevante: i dati fondamentali sono che la crescita della spesa pubblica è stata di poco più dell’1% in entrambi i periodi, e la tassazione, in entrambi i decenni è cresciuta di poco meno del 2%.

Riguardo alle caratteristiche della tassazione – al di là di una prevalenza della tassazione diretta negli anni del centro sinistra e una prevalenza dello sgravio del peso dei contributi sociali nello stesso periodo – non ci sono state particolari differenze.

Persino in una decisione fondamentale della politica economica, il graduale spostamento della spesa pubblica a sfavore della istruzione e a favore della sanità, in parte dovuto all’invecchiamento della popolazione ma anche a uno scarso controllo del sistema regionale in ambito sanitario, non c’è stata differenza, ma soprattutto, non ci sono state decisioni ragionate.

Il Ministro ha concluso che tale situazione farebbe pensare ad una sostanziale “irrilevanza” della politica (“la politica come epifenomeno”, secondo la definizione di Raffaele Mattioli ) degli ultimi anni, incapace di fare politiche di rottura, in particolare di far fronte di un incredibile aumento del debito pubblico e in una sostanziale stagnazione che ha portato nel periodo 2002 – 2012 a una crescita zero.

Giarda ha affermato che la ricetta minimale del governo – che si scontra comunque con la mancanza di una stabile maggioranza parlamentare – è la risistemazione del sistema di spesa pubblica da una parte.

Sul punto ha posto l’attenzione sull’obiettivo che sarebbe quello di avere costi standard per aree omogenee cosa che adesso – con un proliferare di enti locali periferici spesso inutili per piccoli territori – non avviene.

E ha rivendicato la paternità dei calcoli per il risparmio che si otterranno dal taglio delle province, che porterà minori uscite per 440 milioni di euro.

D’altra parte è in atto un aumento delle tasse – già iniziato dal governo Berlusconi -: sul tema ha affermato che è personalmente contrario a patrimoniali e all’aumento dell’IVA, quest’ultima in particolare definita come “misura recessiva”.

In ogni caso ha affermato che il problema della crescita rimane e che – nonostante le sue convizioni di Keynesiano – nessuno oggi ha ricette credibili per rilanciarla.

Presenti all’incontro, tra gli altri, Salza, Presidente di Fideuram, Petroni Rettore dell’Università di S. Marino e un parterre di finanzieri e professori universitari, fra i quali Federico Falck, Giampio Bracchi, Federico Radice Fossati, Tancredi Bianchi, Giuseppe Vigorelli, Giacomo Vaciago, Giancarlo Pagliarini, Piergaetano Marchetti, Gianfranco Imperiali, Vittorio Moccagatta, Propersi e Mocarelli.

Il Gruppo Cultura Etica e Finanza, presieduto da Angelo Caloia, è uno dei più importanti think tank italiani e da trent’anni ospita personalita’ di grande importanza per discutere dei piu’ rilevanti temi in materia culturale, economico-finanziaria, etica e sociale. E’ vicino all’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore.