Società

GOVERNO IN CRISI
DI CONSENSO: -18 PUNTI IN TRE MESI

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(WSI) –
Gli italiani si fidano sempre meno del governo di centrosinistra, ma Prodi dice di essere «attento ma non preoccupato» per una situazione che gli ricorda il ‘96 quando a una perdita di consensi seguì un recupero. Prodi non vuole «snobbare» il campanello d´allarme, ma ricorda che «l´obiettivo del governo è di lavorare cinque anni, l´intera legislatura».

Però il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica è la fotografia di un crollo a sei mesi di distanza dalle elezioni che hanno portato Romano Prodi a Palazzo Chigi. I dati sono significativi e non lasciano spazio a troppi dubbi: in tre mesi – da luglio a oggi – il presidente del Consiglio perde nove punti di consenso, dal 58 al 49 per cento.

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Ancora peggiore è il dato che riguarda il governo nel suo complesso. Nello stesso periodo luglio-ottobre, infatti, l´esecutivo è sceso dal 63 al 45 per cento. A dare un colpo al gradimento del governo presso l´opinione pubblica è stata sicuramente una Finanziaria particolarmente severa. E infatti il crollo che riguarda il ministro dell´Economia Padoa Schioppa è di venti punti, dal 71 al 51 per cento.

Ma il giudizio negativo non risparmia nessun ministro, con l´eccezione di due «estremisti»: il «giustizialista» Di Pietro che si è battuto contro l´indulto sponsorizzato dal ministro della Giustizia Mastella (ultimo nella classifica dei ministri) e il comunista Ferrero. Nel dettaglio, il più gradito dagli intervistati è il ministro degli Esteri D´Alema con il 64 per cento, quattro punti sotto il sondaggio precedente. Francesco Rutelli, l´altro vicepremier perde nove punti e ha la fiducia del 55 per cento.

Dietro D´Alema i ministri di cui gli intervistati hanno più fiducia sono, a pari merito, Di Pietro e Giovanna Melandri. Tutti gli altri perdono, chi più: Bersani meno quindici; chi quasi niente: Pollastrini, meno uno. A rendere ancora più preoccupante il sondaggio per il governo c´è il fatto che la percentuale di conoscenza di ogni singolo ministro presso l´opinione pubblica è in aumento, in pratica aumenta la conoscenza e diminuisce la fiducia. I commenti nel centrosinistra sono abbastanza preoccupati, come è logico. Molti cercano di spiegare il calo di fiducia con la necessità di far quadrare i conti.

«Abbiamo fatto del nostro meglio e continueremo a farlo», commenta Livia Turco, «contenta» per essersi classificata piuttosto in alto nella classifica dei ministri. Colpa dell´eredità lasciata da Berlusconi, spiega il capogruppo dell´Ulivo alla Camera Franceschini. «Non posso che risalire», commenta spiritosamente il ministro Santagata, penultimo nella classifica. E l´ultimo, Mastella, non l´ha presa bene: «Si sa come sono i sondaggi – dice – anche alle elezioni dicevano che eravamo 7 punti avanti, e poi s´è visto com´è andata a finire. Che devo dire: spero di recuperare».

Del resto «questo qui lo ha fatto fare Repubblica, e i lettori di Repubblica – sostiene il ministro della Giustizia – non sono miei elettori. Quelli votano per una certa parte, o no? io consiglio i sondaggi di altri giornali, che so Il Mattino, il Corriere o meglio ancora il Corriere di Ceppaloni… «. Dal centrodestra il commento è quasi scontato. «Basta girare l´Italia – dice il presidente dei senatori di Forza Italia Schifani – per toccare con mano quanto gli italiani siano addirittura preoccupati di questo governo».

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