Economia

Governo approva Def, stop ad aumenti Iva e deficit al 2,2%

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A meno di un mese dalla sua nascita, il governo M5S-PD  approva la nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Stop all’aumento dell’Iva e avvio del taglio delle tasse sul lavoro, grazie a 14 miliardi di flessibilità e 7 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione sono alcuni dei pilastri della manovra 2020.

Guardando le stime, il deficit viene fissato al 2,2% del Pil, per poi scendere all’1,8% nel 2021 e all’1,4% nel 2022. Fuori dai parametri di Bruxelles resta invece il debito, dal momento che il calo è ridotto (dal 135,7% al 135,1% del Pil). Per quanto riguarda la crescita, quest’ultima si attesterà il prossimo anno al +0,6%, per poi crescere all’1% nel 2021 e nel 2022. Nel 2019 il PIL si attesterà allo 0,1%.

Dopo il consiglio dei ministri, il premier Giuseppe Conte ha spiegato che la sterilizzazione dell’Iva è  solo il primo passo nel cammino del governo giallo rosso, spiegando di non “accontentarsi” e di essere pronto a realizzare i “29 punti del programma su cui ha chiesto la fiducia” meno di un mese fa. Anche se tutto – specifica- non potrà essere fatto il primo anno.

Tra le promesse spicca quella di una “svolta verde”:

“progettiamo la modernizzazione del Paese, la digitalizzazione, la semplificazione burocratica, per orientare tutto il sistema verso l’economia circolare e proteggere da subito il nostro ambiente”.

Ed è proprio puntando in questa direzione che il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri lancia i green bond, vale a dire “titoli di debito italiani esplicitamente destinati a sostenere gli investimenti nella sostenibilità ambientale”.

Il quadro delineato dal Def in vista della manovra “costituisce una base solida – spiega sempre il titolare di via XX Settembre – per un programma ambizioso che deve fare i conti con un’eredità impegnativa, sia per per il quadro internazionale, che per le ripercussioni sulla finanza pubblica che hanno avuto stagioni più tumultuose del quadro politico e dei rapporti con l’Europa”.

Tra i pilastri chiave dell’azione dell’Esecutivo, oltre alla flessibilità chiesta a Bruxelles, c’è poi la lotta all’evasione: un quarto di tutte le risorse arriva da lì e il capitolo è chiaramente ancora tutto da scrivere.