Società

Gori vuole prendere il posto di Renzi?

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Il Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Roma – «Buongiorno, sono Giorgio Gori. Vorrei conoscere Matteo Renzi. Me lo passa?». Era la mattina di oltre un anno fa quella in cui il 52enne produttore tv decise di chiamare il sindaco di Firenze e chiedere un appuntamento. La prima Leopolda era appena terminata, il successo mediatico cominciava ad arrivare… Fu l’inizio di un’amicizia. Ma anche, dicono alcuni, di un sodalizio politico e strategico. Giorgio Gori diviene per tutti, a torto o ragione, lo spin doctor di Renzi.

Il «guru» che ne cura l’immagine (dai vestiti sartoriali ai discorsi) e ne gestisce le uscite pubbliche. Ma oggi sembra che l’idillio si sia interrotto. E le voci si rincorrono. C’è chi dice che i due si parlino poco. Che no, nemmeno quella cravatta viola sfoggiata al confronto tv «Cs Xfactor» (copiata all’Obama del 2008) sia un’idea di Gori, stavolta per nulla interpellato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso? L’intervento di Zoro (alias Diego Bianchi) a «Piazza Pulita», nel quale ironicamente contestava a Renzi di ripetere parole suggeritegli via sms da Gori.

«Non sono Ambra», sbottò il sindaco. Ma è l’inizio delle tensioni con Gori. Quest’ultimo, iscritto al Pd di Bergamo, è da sempre un appassionato di politica (per qualcuno aspira a fare il sindaco della sua città…). Enrico Mentana (che lo conosce bene, dai tempi in cui era direttore di Canale 5) a Renzi avrebbe detto: «Giorgio che lavora con te? La politica è da sempre la sua fissazione».

Ma tra i renziani si dice anche che Gori avrebbe preso troppo sul serio questo ruolo, al punto di abbandonare la sua casella di tecnico e lanciarsi nella politica attiva: riunioni convocate sul territorio, strategie elettorali, incontri… Sull’altro fronte, la sua immagine di spin doctor offuscherebbe le capacità di Renzi. Che per questo vorrebbe Gori ridimensionato nel suo ruolo di tecnico puro. A chi gli è vicino, Renzi infatti ribadisce ogni volta di essere lui a scriversi i discorsi.

E anche il format per le primarie, sarebbe lo stesso della campagna a sindaco. Ma quando legge i giornali che lo descrivono guidato dal produttore tv, ogni volta sbotta: «Non sono mica il prodotto di un format di Gori, il suo pupazzo… Io decido da solo». Da qui, l’insofferenza malcelata, che avrebbe portato a un confronto molto duro un mese fa. Nel quale Renzi avrebbe invitato Gori, che a tutti però continua a dire di stimare molto, a fare il suo mestiere, non il politico. Poi, il gelo.

La distanza alla cena con Davide Serra, a Firenze. L’invito a Gori arrivato adesso da Sky (e non dallo staff renziano) per il confronto tv. Gori, interpellato in queste settimane, ha sempre smentito queste ricostruzioni. Ma la partita è aperta. E intanto tra gli ospiti attesi alla kermesse della Leopolda (che parte oggi) ci sono Carlin Petrini di Slow Food, Alessandro Baricco (lo scrittore che ieri Renzi è andato ad ascoltare a Venezia, e che vuole come suo ministro della Cultura), Pietro Ichino (il giuslavorista di cui il sindaco ha sposato la riforma del lavoro basata sulla flex security), Oscar Farinetti di Eataly.

Ma si partirà con un affondo: oggi interverrà Davide Serra. Il gestore del fondo di investimento Algebris risponderà alle accuse arrivate per la presenza di una sua sede alle Cayman, e attaccherà proprio chi ha sollevato il caso, Pier Luigi Bersani. Mentre sempre ieri il sindaco di Pontassieve (dove risiede Renzi), il pd Marco Mairaghi, gli ha negato il Palazzetto dello sport per domenica. Dicendo: «Farei la stessa cosa anche con Bersani».

Copyright © Il Corriere della Sera. All rights reserved