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GOLDMAN SACHS E IL GIOCHETTO DELLE 10.000 CALL

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I titoli del settore semiconduttori sono stati soggetti a un’ondata massiccia di vendite, giovedi’ 24 luglio, dopo che Taiwan Semiconductor (TSM – Nyse), annunciando gli utili trimestrali, ha rivisto drasticamente al ribasso la spesa in conto capitale, a causa della domanda praticamente “non esistente” di chips (vedi: Chip: il ciclone si chiama Taiwan Semiconductor).

I money manager di mezzo mondo che erano “long” in titoli del settore semiconduttori si sono subito affollati tutti insieme verso l’uscita. Parola d’ordine “sell”.

In base a uno scenario teoricamente corretto: se il colosso di Taiwan (che fa un po’ da benchmark del comparto) prevede domanda zero per quel tipo di prodotto, si poteva dedurre che anche gli altri grandi produttori di chips avessero lo stesso problema.

Infatti i prezzi in borsa di aziende americane come Intel (INTC – Nasdaq),
e Motorola (MOT – Nyse), al diffondersi della notizia, sono state sommerse dalle vendite e hanno preso anche loro il classico bagno. Inoltre il Philadelphia Stock Exchange Semiconductor Index , noto in gergo come SOX, e’ sceso precipitosamente, portandosi con se’ al ribasso il Nasdaq.

Ora il fatto e’ che nonostante il SOX abbia chiuso in forte calo (-10%) la seduta di giovedi’, la verita’ e’ che durante la seduta l’indice dei semiconduttori era stato schiacciato molto piu’ in basso.

Ad un certo punto, e’ intervenuto un flusso abbastanza sostanzioso di ordini di acquisto, e cio’ ha permesso all’indice SOX di recuperare parzialmente il terreno perduto.

Qui termina il prologo della vicenda.

Secondo una ricostruzione del New York Times, un forte ordine buy e’ arrivato nel pomeriggio di giovedi’ 24 dalla Goldman Sachs: l’acquisto di 10.000 call options di un titolo che e’ un basket di grandi aziende produttrici di semiconduttori, il Semiconductor HOLDRS Trust (SMH – CBOE).

Queste options sono quotate al Chicago Board Option Exchange (CBOE), e un ordine per l’acquisto di diecimila pezzi e’ stranamente ampio. L’ultima transazione prima di quella della Goldman Sachs era avvenuta infatti col passaggio di mano di 1.400 call.

Ricordiamo che un investitore che compra call scommette sul fatto che l’azione sottostante (in questo caso le varie azioni del basket) sia destinata a crescere notevolmente di prezzo nelle transazioni cash in borsa.

Data la fase di alta volatilita’ del mercato in generale (in queste settimane) e le forti oscillazioni del settore semiconduttori in particolare, ovviamente ci voleva qualcuno con una buona dose di sicurezza, per mandare in porto questa transazione.

E qui viene il bello.

Venerdi’ mattina, 25 luglio, alle 7:30 ora di New York, e cioe’ due ore prima dell’apertura di Wall Street, James Covello, l’analista specializzato in semiconduttori della Goldman Sachs, ha dato notizia alle agenzie finanziarie del suo upgrade del settore semiconduttori, da market weight a overweight.

Il motivo? Le vendite sul comparto erano eccessive, secondo Covello.

“Nonostante i fondamentali non abbiano chance di migliorare nel breve periodo – ha scritto l’analista nel suo rapporto – crediamo che il flusso dei fondi d’investimento e una certa stagionalita’ possano portare a significativi movimenti al rialzo dei titoli”.

Covello aggiungeva chiaramente che l’upgrade del gruppo di titoli del settore semiconduttori valeva per un investitore con un orizzonte di breve periodo. Un’indicazione cioe’ di buy con tempistica di trading molto corta, probabilmente intraday.

Ad una specifica richiesta di chiarimento da parte del NYT, una portavoce della Goldman Sachs, Katherine Baum, ha dichiarato: “Non c’e’ assolutamente nessun collegamento tra le attivita’ di trading della Goldman Sachs e la sezione di analisi finanziaria e ufficio studi. E dato il clima generale sul mercato, e’ scandaloso suggerire che un collegamento ci sia”.

La portavoce non ha voluto specificare se l’acquisto delle 10.000 call e’ stato ordinato dalla Goldman per conto di un cliente, o per il il trading interno della banca stessa.

Allora: “e’ scandaloso suggerire che un collegamento ci sia”, oppure e’ solo una clamorosa coincidenza che un trader di Goldman Sachs a New York abbia comprato call options del Semiconductor HOLDRS con un ordine sette volte piu’ grosso dell’ultima transazione, proprio poche ore prima che un analista della stessa banca emettesse ufficialmente il buy sull’intero settore chips?

Tutto cio’ – fino a prova contraria – puzza davvero di insider trading e di commistione perversa a Wall Street tra le divisioni trading e quella di analisi, in una grande banca d’affari.

Coi tempi che corrono, episodi cosi’ dovrebbero essere chiariti, perseguiti e in ogni caso dovrebbero cessare di accadere di nuovo in futuro. E’ il solo modo affinche’ milioni di investitori ritrovino la fiducia nella borsa americana.