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GLOBAL CROSSING IN AMMINISTRAZIONE CONTROLLATA

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Global Crossing (GBXGQ – Nyse), attiva nelle reti in fibra ottica, e’ crollata sotto il peso di debiti per 12 miliardi di dollari e ha chiesto al Tribunale fallimentare di Manhattan la protezione dai creditori in base al “Capitolo 11” (corrisponde alla nostra amministrazione controllata).

A soccorrere l’ azienda pero’ sono arrivate le asiatiche Hutchison Whampoa e Singapore Technologies, che, con un investimento di $750 milioni, hanno acquisito il 60% del capitale.

Global Crossing ha capitolato per la debolezza del settore fibre ottiche, fiaccato dalla sovraccapacita’ e dal calo della domanda nel comparto telecomunicazioni.

L’ azienda, fra le tante nate con enormi ambizioni sull’ onda del boom degli anni ’90, ha posato circa 100.000 miglia di cavi in fibra ottica, cablando circa 200 citta’ in tutto il mondo.

Il titolo, arrivato in Borsa nell’agosto del ’98 con un prezzo di collocamento di $19, e’ salito a un massimo di $72,25, per poi crollare miseramente con lo scoppio della bolla speculativa dell’ hi-tech, agli attuali $0,3.