Società

Georgia, proteste di piazza e irruzione in Parlamento. Ecco perchè

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

I manifestanti tentano un’irruzione all’interno del Parlamento della Georgia, alle prese con il dibattito della legge sugli agenti stranieri, che è stata approvata ieri. Il dibattito, adesso, riprenderà tra alcuni mesi, quando il parlamento otterrà il parere della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, alla quale ha già provveduto ad inviare la normativa.

Una decisione, quella annunciata da parte di Irakli Kobakhidze, presidente del partito governativo Sogno, che è arrivata al termine di alcune manifestazioni particolarmente dure, che sono culminate, addirittura, con lo sfondamento delle barriere di ferro, che erano poste all’ingresso del parlamento. I manifestanti hanno tentato di entrare nel cortile del palazzo. A riportarlo sono l’agenzia russa Ria Novosti e la tv Rustavi 2.

Le cause delle proteste in Georgia

Stando a quanto riporta la stampa locale, i manifestanti sono stati respinti ricorrendo all’uso di cannoni d’acqua. Durante gli sconti sono stati arrestati 66 manifestanti, mentre 50 agenti della polizia sono rimasti feriti: questi sono i numeri che sono stati resi noti dal Ministero dell’Interno georgiano.

A sollevare il malumore dei manifestanti è la controversa legge sugli agenti stranieri. Questo disegno di legge prevede l’introduzione di un registro delle organizzazioni, che vengono considerati come “agente di influenza straniera”. Sin dalla sua presentazione, questa nuova norma è stata presentata come un tentativo di emulare gli Stati Uniti e le politiche che erano state adottate nel corso degli anni Trenta, come il Foreign Agent Registration Act (Fara). È necessario, però, mettere in evidenza che, rispetto a quanto è avvenuto negli Usa vi sono delle sostanziali differenze: la legge che viene proposta in Georgia prevede di classificare come agenti stranieri tutte le organizzazioni e le società senza scopo di lucro, che percepiscono almeno il 20% dei loro finanziamenti dall’estero. All’interno di questa misura sarebbero inglobate tutta una serie di organizzazioni non governative, che provvedono a monitorare costantemente la tenuta della democrazia, il rispetto dello Stato di diritto e la diffusione della corruzione in Georgia. Alcuni critici ritengono che la nuova legge possa limitare la libertà di stampa e sopprimere la società civile.

È bene precisare, comunque, che da come emerge da un’indagine che è stata condotta dall’International Center for Not-for-Profit Law e dall’European Centre for Not-for-Profit Law, le quali sono due diverse Ong con esperienza sul tema, che hanno la propria sede rispettivamente a Washington e all’Aia, il Foreign Agent Registration Act non prevede che vengano registrate delle persone fisiche o giuridiche nell’elenco degli agenti stranieri, solo perché hanno ricevuto dei finanziamenti dall’estero. Per essere registrato in questo elenco il soggetto deve necessariamente agire sotto la direzione e il controllo di un governo straniero.

Da New York, dove è attualmente in visita, Salome Zurabishvili, presidente della Georgia, ha ampiamento sostenuto la protesta, spiegando affermando: “mi rivolgo a voi che rappresentate la Georgia libera. La Georgia che vede il suo futuro in Europa e non permetterà a nessuno di privarla di questo futuro”. Zurabishvili ha poi aggiunto che il suo paese non ha alcun bisogno del disegno di legge sugli agenti stranieri.

Un giudizio negativo sulla legge arriva anche dall’Europa. Josep Borrell, Alto rappresentante Ue, in una nota sottolinea che “il parlamento georgiano ha adottato in prima lettura la nuova legge sulla trasparenza dell’influenza straniera. Si tratta di uno sviluppo molto negativo per la Georgia e la sua gente. La legge nella sua forma attuale rischia di avere un effetto dissuasivo sulla società civile e sulle organizzazioni dei media, con conseguenze negative per i molti georgiani che beneficiano del loro lavoro. Questa legge è incompatibile con i valori e gli standard dell’Ue. Va contro l’obiettivo dichiarato della Georgia di aderire all’Unione europea, sostenuto da un’ampia maggioranza di cittadini georgiani. La sua adozione definitiva potrebbe avere gravi ripercussioni sulle nostre relazioni”.