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General Motors, FCA al contrattacco per fusione

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NEW YORK (WSI) – Dopo il no di General Motors al matrimonio con Fiat Chrysler Automobiles, l’AD Sergio Marchionne non molla la presa e va al contrattacco.

Secondo il Wall Street Journal il numero uno di FCA avrebbe infatti avviato i contatti con gli hedge fund per chiedere un aiuto nel fare pressioni perché l’operazione di fusione venga portata avanti.

Le fonti a conoscenza della vicenda citate dal giornale parlano di un “approccio più aggressivo” del top manager, giustificato dal successo ottenuto da un gruppo di fondi hedge in seno a General Motors.

Alcuni mesi fa, infatti, alcuni investitori attivi, guidati dall’ex manager di hedge fund Harry Wilson, ha chiesto all’amministratrice delegata di GM, Mary Barra, di accordare un piano di buy back da 8 miliardi di dollari.

La casa automobilistica di Detroit, che aveva già annunciato un costoso piano di dividendi, ha accettato di varare il piano di riacquisto di 5 miliardi di dollari di azioni proprie, risparmiando a Barra ulteriori problemi nel consiglio di amministrazione.

“Marchionne ha visto nel successo del gruppo di hedge fund guidati da Wilson un motivo valido per prendere in considerazione l’ipotesi di tenere un approccio più aggressivo nei confronti di GM. La volontà di Barra di cooperare con gli investitori attivi suggerisce che un altro investitore potrebbe indurre GM al tavolo dei negoziati”.

Si sa che è da mesi che Marchionne spinge sul pedale dell’acceleratore per arrivare a un consolidamento dell’industria automobilistica. Il Ceo svizzero canadese ha confidato di essere aperto al dialogo “con tutti”.

“I contatti con le altre aziende dell’auto sono continui. Parliamo con tutti”, ha confessato nei giorni scorsi Marchionne, che a metà marzo – secondo il New York Times – ha scritto a Barra una email per invitarla a discutere di una possibile fusione. L’invito sarebbe stato accolto con freddezza da Barra e dal consiglio di amministrazione.

La strategia di Marchionne è chiara: sta cercando di rimediare alle debolezze della sua imprese per cementare la sua legacy prima di andarsene nel 2019.

I contatti con gli investitori attivi, tutavia, non hanno ancora portato frutti negli Stati Uniti. Una strategia simile, secondo il Wall Street Journal, potrebbe essere usata con almeno una casa automobilistica europea.

È quanto meno ironico che sia stato proprio Marchionne a interrompere la storia tra General Motors e la casa automobilistica torinese. Il manager è stato infatti l’architetto dello scioglimento dell’opzione put con GM, quando contro pronostico aveva convinto il gruppo Usa a pagare 2 miliardi di dollari per fare decadere gli obblighi nei confronti di Fiat.

Fonte: Wall Street Journal

(DaC)