Economia

Gas, Eni entra in un progetto sul GNL in Qatar. Intanto si valuta lo stato di allerta in Italia

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L’Italia accelera sulle soluzioni alla crisi del gas. Complice il guasto tecnico al gasdotto Nord Stream 1 che porta il gas dalla Russia a buona parte dell’Europa, e  tagli di Gazprom alle forniture di gas in arrivo in Italia, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani incontrerà le aziende del gas martedì 21 e mercoledì 22 giugno.

Sul tavolo le valutazioni sulle ipotesi dei tagli ai consumi di gas e di energia elettrica, ma anche l’idea di rendere obbligatori gli stoccaggi per le 18 aziende coinvolte nella distribuzione, visto che gli incentivi non sono bastati.  Quindi la possibilità di passare allo stato d’allerta (non più early warning).

Secondo le anticipazioni stampa, domani, martedì 21 giugno, ci sarà una riunione tecnica del Comitato di emergenza, dove oltre ai rappresentanti del Mite e dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), ci saranno anche quelli di Eni, Edison e delle aziende che gestiranno i rigassificatori (Snam, Olt e Adriatic Lng). Il giorno dopo saranno presenti Cingolani e i vertici delle società.

Che cosa è lo stato di allerta

Il livello di allarme sussiste quando si verificano una riduzione o interruzione di una o più delle fonti di approvvigionamento o una domanda di gas eccezionalmente elevata, tali da deteriorare significativamente la situazione dell’approvvigionamento, ma alle quali il mercato è ancora in grado di far fronte senza dover ricorrere a misure diverse da quelle di mercato.

Il meccanismo di attivazione del livello di allarme consiste nel raggiungimento consuntivato anche per un solo giorno di un volume giornaliero erogato da stoccaggio superiore al 100% della capacità di erogazione giornaliera conferita e disponibile agli Utenti.

Il livello di allarme può essere raggiunto dal sistema gas:

  • a partire da condizioni di preallarme, a seguito del peggioramento di una situazione sfavorevole già accertata o della previsione fondata del suo peggioramento;
  • in modo improvviso, come nel caso di un’interruzione di una delle principali fonti di approvvigionamento e/o nel caso di eventi climatici sfavorevoli di eccezionale intensità;
  • qualora, nonostante le azioni poste in essere dal responsabile del bilanciamento ai sensi del Regolamento UE 312/2014, non sia stato possibile compensare il volume erogato in eccesso rispetto alla capacità di erogazione contrattuale – al fine di garantire il bilanciamento del sistema – con ulteriori volumi immessi presso i punti di entrata diversi dallo stoccaggio dell’Impresa maggiore di stoccaggio, nel corso del medesimo giorno gas.

La situazione in Italia

Dopo i tagli di Gazprom a Eni (la scorsa settimana, il colosso russo aveva comunicato che avrebbe inviato a Eni il 65% dei volumi richiesti, venerdì il 50%), rassicurazioni sono arrivate dal ceo di Eni, Claudio Descalzi, secondo il quale, ad oggi in Italia l’offerta di gas è superiore alla domanda: 200 milioni di metri cubi di offerta e 150-160 milioni di domanda.

“Il gas algerino è più che raddoppiato, in questo momento dà 64 milioni di metri cubi. Inoltre abbiamo il Tap, tutti gli Lng vanno al massimo”. E l’Europa e l’Italia “hanno la forza di trovare soluzioni” ai tagli da parte di Gazprom.

Eni entra nel più grande progetto al mondo di gas liquefatto in Qatar 

Mentre si continua intanto a monitorare la situazione degli stoccaggi di gas in vista del prossimo freddo invernale, l’Italia va avanti nel suo percorso per l’emancipazione energetica dalla Russia, puntando su un nuovo accordo tra Eni e Qatar e sulla partnership con l’Algeria.

Il colosso il italiano è entrato nel più grande progetto al mondo di gas naturale liquefatto (Gnl) in Qatar: la società italiana è stata infatti selezionata da Qatar Energy come nuovo partner internazionale per l’espansione del progetto North Field East, nel paese del Golfo. Il Ministro di Stato per gli Affari Energetici, presidente e amministratore delegato di Qatar Energy, Saad Sherida Al-Kaabi, e l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, hanno firmato ieri, nel corso di una cerimonia ufficiale, l’accordo di partnership per la creazione della nuova joint venture, chiamata progetto NFE.

Il progetto, spiega Eni, consentirà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari, NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica.

L’accordo, che segna il completamento di un processo competitivo iniziato nel 2019, ha una durata di 27 anni. Si tratta di una mossa strategica per Eni – sottolinea la nota -, che rafforza la propria presenza in Medio Oriente ottenendo l’accesso a un produttore di Gnl leader a livello globale, con riserve di gas naturale tra le più grandi al mondo. Questa collaborazione rappresenta inoltre una tappa significativa nella strategia di diversificazione dell’azienda, che amplia il proprio portafoglio di fonti energetiche più pulite e affidabili.